Le imprese e le associazioni del trasporto merci su ferrovia e del trasporto intermodale hanno rivolto il 29 ottobre 2025 una lettera aperta al ministro tedesco dei Trasporti, Patrick Schnieder, e all’amministratrice delegata di Deutsche Bahn, Evelyn Palla. Il documento, firmato da Erfa, Fermerci, Hupac, Kombiverkehr, Sgkv, TX Logistik e Uirr, lancia un appello alla politica e alla direzione delle ferrovie per evitare un rapido declino del trasporto combinato strada-rotaia in Germania e in Europa.
Il testo afferma che il trasporto intermodale ha rappresentato per anni il principale motore di crescita del trasporto merci ferroviario, con aumenti annuali compresi tra il 3 e il 7%. Tuttavia, secondo i firmatari, il progressivo degrado dell’infrastruttura ferroviaria ha condotto a un peggioramento delle prestazioni e a un crollo dell’affidabilità, aggravati da cancellazioni di treni, deviazioni e ritardi. A questi problemi si sommano i lavori di risanamento dei corridoi, che comporteranno chiusure totali di lunga durata e deviazioni costose, tali da compromettere la sostenibilità economica del traffico ferroviario.
Le imprese segnalano che le deviazioni previste, spesso caratterizzate da treni più corti, profili di linea non idonei e percorsi più lunghi, rendono difficile mantenere la competitività del trasporto su rotaia. Tale contesto sta già determinando lo spostamento di quote importanti di traffico dalla ferrovia alla strada. A ciò contribuiscono anche i costi crescenti per l’utilizzo della rete ferroviaria: dal 2023 i pedaggi sono aumentati del 19%, e per il 2026 si prevede un ulteriore incremento compreso tra il 25 e il 35%. I firmatari denunciano inoltre l’applicazione di penali per cancellazioni a breve termine, anche quando dovute a disservizi della rete, e l’aumento dei costi di sosta dei carri ferroviari.
Il documento sottolinea che mentre i costi ferroviari crescono, quelli del trasporto stradale restano stabili o in calo, determinando la perdita di competitività della ferrovia. Il risultato, si legge nella lettera, è un ritorno del traffico merci sulla strada, un processo che si sta già manifestando e che potrebbe essere irreversibile. Nell’arco della valle del Reno e attraverso la Svizzera, il trasporto combinato è diminuito del 7,6% mentre quello stradale è cresciuto del 7,2%, equivalenti a circa 86mila camion in più. Per i prossimi anni, il settore prevede una riduzione della capacità ferroviaria tra il 20 e il 30%, con centinaia di migliaia di viaggi aggiuntivi su strada. Solo sui grandi corridoi transalpini attraverso Austria e Svizzera si stimano circa 500mila spedizioni supplementari su camion.
I firmatari avvertono che il ritorno del traffico su strada renderebbe vani decenni di investimenti pubblici destinati all’infrastruttura terminale del trasporto combinato e metterebbe a rischio anche i grandi progetti europei come i tunnel di base del Gottardo e del Brennero. Tali infrastrutture, si ricorda nella lettera, sono state realizzate confidando nella capacità della Germania di mantenere un livello adeguato di efficienza ferroviaria, indispensabile per la competitività europea.
Le organizzazioni del settore chiedono quindi una serie d’interventi urgenti. Tra questei spiccano il congelamento dei pedaggi ferroviari per il 2026, la garanzia di capacità pari almeno al 90% dei livelli attuali durante i lavori di risanamento, il potenziamento delle linee di deviazione con standard equivalenti a quelli principali, l’assegnazione delle tracce in base alle esigenze del mercato, indennità per le condizioni operative difficili e la sospensione delle penali di cancellazione fino al ripristino di una qualità accettabile della rete.
Nella parte conclusiva della lettera, le imprese ribadiscono che sono in gioco la sicurezza dell’approvvigionamento industriale, la competitività della Germania e il raggiungimento degli obiettivi climatici. Le associazioni dichiarano la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni per individuare soluzioni che permettano di conciliare le necessità di manutenzione della rete con la continuità del trasporto combinato, definito come spina dorsale di una logistica sostenibile e rispettosa dell’ambiente.































































