Forse è prematuro parlare di una vera e propria svolta, ma sicuramente c’è una novità da registrare sul potenziamento delle infrastrutture ferroviarie a servizio dei valichi e in particolare di quello del Gottardo tra Italia e Svizzera. Finora Rfi in varie sedi istituzionali ha sempre sostenuto la tesi secondo la quale sono sufficienti i potenziamenti tecnologici già attuati o in corso di realizzazione o comunque interventi di portata limitata in quanto le capacità delle linee storiche come la Monza-Chiasso appaiono sufficienti in un orizzonte anche oltre il 2030.
Ma questa posizione non appare più così granitica, anzi. E la novità arriva direttamente dal gestore della rete. In un convegno il 28 ottobre 2025 al Centro svizzero di Milano promosso dall’Associazione italiana linea ferroviaria di Alta capacità Gottardo, Michele Rabino, responsabile sviluppo infrastrutture area Nord ovest di Rfi, ha calato due assi significativi, uno in parte atteso perché coinvolge un progetto già delineato in linea generale, l’altro invece svelato di fatto per la prima volta. Partiamo da quest’ultimo.
Il dirigente di Rfi ha annunciato l’avvio del Docfap, il Documento di fattibilità delle alternative progettuali, previsto dal Codice degli appalti, per definire un itinerario merci alternativo al nodo di Milano, la gronda merci est, in quanto nel lungo periodo si ipotizza la saturazione delle tratte Seregno-Monza e Milano Greco-Turro-Lambrate.
Le ipotesi allo studio e inserite nel Docfap comprendono due interventi: il raddoppio della Seregno-Carnate e una nuova linea in variante da Carnate a Melzo/Treviglio. In particolare, la seconda tratta rappresenta una novità perché finora si era ipotizzato un raccordo che si dirigeva verso Bergamo, quindi a servizio soprattutto della direttrice ferroviaria verso Brescia, mentre nella nuova formulazione le ricadute del progetto sarebbero a servizio di tutto l’est milanese che si collegherebbe così direttamente al corridoio del Gottardo.
Il secondo progetto, di cui Rfi ha già sviluppato il Documento di fattibilità, e quindi si trova in uno stadio più avanzato dell’altro prima descritto, riguarda il potenziamento della Milano-Chiasso nell’orizzonte 2035. Valutate due diverse alternative di tracciato, è stata scelta quella che prevede la realizzazione di un terzo binario in affiancamento alla linea esistente tra Camnago-Lentate e Cantù-Cermenate, un nuovo posto di movimento a Seregno con una coppia di binari di precedenza per i treni merci e una nuova configurazione del bivio Rosales, attualmente a raso. Il risultato finale non sarà quello di un quadruplicamento integrale in variante da Seregno al bivio Rosales, auspicato da molte imprese ferroviarie, ma comunque un buon compromesso che concilia l’aumento della capacità con un impatto contenuto sul territorio e costi relativamente importanti.
Nel frattempo proseguono gli interventi di potenziamento da parte di Rfi su tutte le linee di valico: Sempione, Luino e Chiasso. Due gli indirizzi da seguire: l’adeguamento della sagoma al profilo P/C80 adatto ai trasporti intermodali senza limiti di dimensioni e la realizzazione di binari di precedenza a modulo 750 metri.
Per quanto riguarda l’aumento della sagoma ormai i lavori risultano completati su tutto l’itinerario di Chiasso e Luino con la sola eccezione del triplo bivio Seveso-Milano Greco che sarà attivato solo nel 2027, mentre restano ancora da realizzare un paio di interventi sulla Domodossola-Arona-Sesto Calende e Arona-Oleggio inseriti nella convenzione Italia-Svizzera del 2012.
Più arretrati i lavori per il modulo 750, soprattutto nel nodo milanese, dove Smistamento sarà adeguato nel 2026, mentre Certosa addirittura oltre il 2028. Conclusi i lavori sia su Chiasso sia su Luino, resta ancora molto da fare sull’asse del Sempione dove sono stati adeguati otto impianti, ma ne restano da potenziare altri nove. Lo scenario a medio termine prevede di arrivare a 170 treni merci/giorno via Chiasso, 90 via Luino (un valore di tutto rispetto per una linea a binario singolo) e 130 treni attraverso il valico del Sempione.
Piermario Curti Sacchi


























































