I dazi doganali verso i Paesi esteri sono al vertice dell’agenda del nuovo presidente statunitense Donald Trump. Lo ha confermato durante il suo discorso d’insediamento alla Casa Bianca del 20 gennaio 2025, dichiarando che “imporremo dazi e tasse ai Paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini. A tal fine, stiamo istituendo l'Agenzia delle Entrate Esterne per riscuotere tutti i dazi, le imposte e le entrate”. Trump non ha precisato quali saranno i Paesi cui applicherà i dazi, ma sicuramente non dovremo aspettare molto l’elenco.
Se l’Italia sarà compresa tra i Paesi che subiranno i dazi, le conseguenze potrebbero essere pesanti per la nostra economia, che è la seconda in Europa, dopo quella tedesca, a esportare negli Stati Uniti. Lo mostra una ricerca diffusa il 17 gennaio 2025 da Confartigianato, secondo cui le esportazioni italiane negli Usa hanno raggiunto nel 2024 i 66,4 miliardi di euro, pari al 10,7% del totale nazionale.
L’analisi territoriale conferma l’importanza strategica del mercato statunitense per diverse regioni italiane. Nel 2024, la Lombardia guida la classifica delle esportazioni verso gli Usa con 13,5 miliardi di euro, seguita da Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Piemonte. In particolare, Toscana ed Emilia-Romagna mostrano una forte esposizione, rispettivamente con il 9,6% e il 7,1% del loro valore aggiunto destinato al mercato statunitense. Nonostante il calo complessivo dell’export manifatturiero verso gli Usa (-1,5% nei primi nove mesi del 2024), alcune regioni come Lazio e Toscana hanno registrato crescite significative, rispettivamente del 40,5% e del 18,5%.
La ricerca cita alcune stime fornite del National Board of Trade Sweden, che dipingono un quadro allarmante: un aumento dei dazi statunitensi tra il 10% e il 20% potrebbe causare una contrazione dell’export italiano verso gli Usa rispettivamente del 4,3% e del 16,8%. Il presidente di Confartigianato, Marco Granelli ha commentato che: “la politica dei dazi può forse offrire vantaggi nel breve termine, ma le esperienze passate dimostrano che il successo commerciale si raggiunge garantendo la libera circolazione delle merci”.
Una riduzione delle esportazioni verso gli Stati Uniti porterebbe conseguenze negative anche nel trasporto marittimo di container e in quello aereo. I porti più interessati alle rotte verso gli Stati Uniti sono quelli tirrenici e al vertice c’è Genova, che ha collegamenti diretti verso New York, Norfolk e Savannah. Gli altri scali interessati sono La Spezia, Livorno, Napoli, Salerno e Gioia Tauro, mentre le principali destinazioni statunitensi sono, oltre a quelli citati, Boston, Baltimora, Charleston e Miami.