Domenica 19 gennaio 2024 è entrata in vigore la tregua a Gaza tra Israele e Hamas, che porta la speranza di tornare alla normalità anche nella navigazione commerciale nel Mar Rosso. Ma a poche ore da quell’evento, restano ancora incertezze e dubbi. La prima incertezza riguarda l’atteggiamento degli Houthi.
Il loro portavoce ha dichiarato che sospenderanno gli attacchi alle navi in transito (comprese quelle che hanno come origine o destinazione un porto israeliano), con un’eccezione: le navi che sono di completa proprietà di compagnie d’Israele (o con sua bandiera), che resteranno un obiettivo sino a quando saranno completamente attuate tutte le fasi della tregua. Inoltre, gli Houthi riprenderanno le ostilità verso i cargo statunitensi o britannici se saranno attaccati dalle navi militari di questi due Paesi.
Quindi l'area resta a rischio, anche se la capacità militare degli Houthi è stata molto ridimensionata dagli attacchi a terra attuati dalle forze militari statunitensi, britanniche e israeliane. Ricordiamo che resta nelle mani degli yemeniti la car carrier Galaxy Leader col suo equipaggio, sequestrata oltre un anno fa.
Ma anche se il traffico delle portacontainer nel Mar Rosso, e quindi nel Canale di Suez, riprendesse immediatamente, insorgerebbero degli inconvenienti, che elenca Xeneta in una nota del 20 gennaio 2025. La società norvegese prevede che la transizione sarà graduale e potrebbe iniziare con l’invio a Suez di navi di bassa capacità, sotto i 10mila teu, per verificare la sicurezza della rotta. Se l’esito sarà positivo, aumenterà la capacità delle portacontainer, fino a 24mila teu.
La gradualità è necessaria anche per evitare la congestione nei porti e disallineamenti nelle catene di approvvigionamento globali. Xeneta cita eventi recenti: l’escalation del conflitto nel dicembre 2023 ha causato una reazione a catena che è esplosa in modo più evidente solo sei mesi dopo, con un aumento dei costi di trasporto del 426% su alcune rotte chiave, come quella tra l'Estremo Oriente e l'Europa del Nord.
Sul fronte delle tariffe, la riapertura del Mar Rosso potrebbe avere conseguenze significative. Xeneta afferma che una riduzione delle distanze medie di trasporto riporterebbe la domanda globale a livelli pre-crisi, con una diminuzione dell’11% rispetto al 2024, nonostante una crescita prevista del 3% nei volumi totali per il 2025.
Questo calo, unito alla consegna record di nuove navi, creerebbe un eccesso di capacità, con conseguenze sul mercato: le tariffe di trasporto spot potrebbero crollare, obbligando le compagnie a incrementare le operazioni di demolizione delle navi per arginare il surplus. Nonostante i progressi nella gestione della capacità, gli operatori difficilmente riusciranno a prevenire una caduta drastica dei prezzi.
Xeneta ritiene che il panorama sia complesso anche per i caricatori. La possibilità di un crollo delle tariffe offre loro opportunità ma aumenta i rischi nella gestione dei contratti di trasporto a lungo termine. Attualmente, i costi medi per la tratta Shanghai-New York restano elevati: 6.590 dollari per feu per le tariffe spot e 3.765 dollari per quelle contrattuali a lungo termine. Bloccare un contratto a questi livelli potrebbe rivelarsi economicamente svantaggioso se il mercato dovesse crollare a causa della riapertura del Mar Rosso. Al tempo stesso, l’incertezza persiste, rendendo difficile decidere quando e come negoziare nuovi accordi.
In questo contesto, conclude Xeneta, l’adozione di contratti indicizzati a benchmark di mercato emerge come una soluzione sempre più convincente. Questa strategia consente ai caricatori di adattarsi alle fluttuazioni del mercato senza esporsi eccessivamente ai rischi di bloccare tariffe non competitive. Inoltre, evita lunghe negoziazioni con i vettori, che potrebbero non essere disposti a rivedere i contratti in caso di riapertura improvvisa delle rotte.