A pochi giorni dell’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, che avverrà il 20 gennaio 2024, Washington ha aperto la vertenza contro la cantieristica navale cinese. In una relazione diffusa il 17 gennaio, l’agenzia per il commercio degli Stati Uniti Ustr afferma che la Cina utilizza politiche che "deprimono ingiustamente i costi o forniscono vantaggi" per consolidare la propria posizione al vertice in settori strategici come quello della costruzione navale. Secondo l’Agenzia, questa situazione non solo penalizza le imprese straniere, ma riduce le opportunità commerciali per aziende e lavoratori di orientamento di mercato, creando una dipendenza economica che mette a rischio la resilienza delle catene di approvvigionamento globali. Questo risultato potrebbe aprile la via all’imposizione di nuove tariffe da parte dell'amministrazione statunitense
L’Ustr ha sottolineato come la filiera cinese della cantieristica beneficia dei bassi standard in materia di diritti del lavoro e dell’impiego forzato o obbligatorio. Inoltre, l'eccesso di capacità produttiva di materie prime come l'acciaio consente alle imprese cinesi di avere un vantaggio competitivo lungo tutta la filiera produttiva. Nel 2023, più della metà delle navi mercantili prodotte a livello mondiale proveniva dai cantieri cinesi, secondo le statistiche della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad). Per sostenere questa egemonia, le politiche cinesi avrebbero favorito il ritiro anticipato di navi obsolete, stimolando artificiosamente la domanda interna e rafforzando la posizione dei cantieri locali.
L'indagine della Ustr, avviata nel marzo scorso a seguito di una petizione presentata da un gruppo di sindacati, si basa sulla Sezione 301 del Trade Act, lo stesso strumento utilizzato durante il primo mandato di Trump per imporre tariffe su centinaia di miliardi di dollari di importazioni cinesi, accusate di violazioni della proprietà intellettuale. Il presidente del sindacato International Association of Machinists and Aerospace Workers, Brian Bryant, ha accolto con favore il rapporto, definendo le pratiche cinesi "un colpo devastante per l'industria navale e marittima statunitense". Bryant ha invitato l'amministrazione a intraprendere "azioni rapide e decise" per ripristinare una posizione di forza per il settore americano.