Sono le immagini aeree, acquisite grazie al sorvolo con i droni, a rendere la più efficace testimonianza degli imponenti lavori in corso sulla rete ferroviaria della Romania (tra Apața e Cața e tra Cața e Sighișoara). A essere interessata, suddivisa per tratte via via appaltate, è l’intera direttrice trasversale nord-sud di quasi 500 chilometri che da Oradea, ai confini con l’Ungheria, raggiunge la capitale Bucarest attraverso il nodo di Brașov. Tutti questi lavori sono finanziati anche con i contributi comunitari e inseriti nell’equivalente rumeno del Pnrr che prevede risorse disponibili per circa 1,8 miliardi di euro.
Nei lotti attualmente in fase di esecuzione si può notare lo sviluppo delle principali opere d’arte che rettificano il tracciato storico ricco di curve, con nuove gallerie inserite nei tratti in variante, lunghi viadotti e profonde trincee. Ufficialmente si parla di ammodernamento della linea, ma di fatto si tratta di una ricostruzione quasi integrale, sulla quale operano cantieri tra i principali in Europa in ambito ferroviario.
Una volta conclusi i lavori, la direttrice ferroviaria tra l’Ungheria e Bucarest raggiungerà lo standard europeo per caratteristiche di tracciato, elettrificazione e segnalamento e consentirà ai treni merci di percorrerla fino a una velocità di 120 km/h. Ma l’orizzonte non termina qui, perché sullo sfondo c’è la prospettiva di valorizzare e rilanciare il collegamento ferroviario con il porto di Constanța (Costanza), il maggiore scalo rumeno sul Mar Nero.
I primi lotti in cui è suddiviso il più ampio progetto di ammodernamento ed elettrificazione degli oltre 166 chilometri della linea ferroviaria Cluj Napoca-Oradea-Episcopia Bihor, sono stati assegnati a partire dall’ottobre 2022. Si tratta del lotto 4, per uno sviluppo di 50 chilometri, dal confine dell’Ungheria ad Aleşd, aggiudicato per un valore di 490 milioni di euro a un consorzio costituito dalla capogruppo Webuild, insieme a Pizzarotti e Salcef. Nel novembre 2022 è stato avviato anche il lotto 3 per poco più di 410 milioni di euro che prevede la ricostruzione della sezione di 52,7 chilometri da Poieni ad Aleşd.
Nel gennaio 2023 le ferrovie rumene Cfr hanno firmato anche il contratto per il lotto 2 del valore di 295 milioni di euro con il consorzio RailWorks, impegnato nell’ammodernamento integrale della tratta di 36,5 chilometri tra Poieni e Aghireșu. Lo stesso consorzio RailWorks si era aggiudicato anche il lotto 1 che si sviluppa per 30 chilometri tra Cluj Napoca e Aghireșu. In linea di massima i lavori nei diversi lotti prevedono la loro conclusione in meno di quattro anni.
La Romania non ha in cantiere solo il potenziamento del principale asse nord-sud, cerniera tra l’Ungheria e il Mar Nero. Lo stesso interesse è rivolto verso la Moldavia. Ai primi di maggio 2025 le ferrovie rumene e quelle moldave hanno firmato un memorandum d’intesa per la cooperazione transfrontaliera che comprende la riapertura della ferrovia Fălciu-Prut (Cantemir), l’elettrificazione della Iași-Chișinău e la modernizzazione delle strutture doganali a Ungheni.
Rientra in questo accordo la riapertura del ponte tra i due Paesi sul fiume Prut a Fălciu chiuso all’esercizio dal 1992, per ristabilire un collegamento destinato al trasporto dei container. Dal canto suo la Commissione Europea nel gennaio 2025 ha deciso di sostenere la completa ricostruzione della ferrovia nell’area transfrontaliera per favorire l’interscambio in un’area geografica che guarda a ovest dopo avere di fatto voltato le spalle alla Russia. I lavori di ristrutturazione del ponte con il doppio scartamento sono subito partiti e sul lato moldavo le ferrovie ricostruiranno poco meno di due chilometri di ferrovia fino alla stazione di Prut entro l’agosto 2025.
Piermario Curti Sacchi