Dalla manutenzione, ordinaria e correttiva, di locomotori, treni ad alta velocità e carrozze, Sitav è passata al ruolo di costruttore imboccando la porta principale verso il futuro, quello dell’alimentazione a idrogeno. A distanza di pochi mesi dall’annuncio del progetto, la società Sitav con la sua sede operativa nel piacentino a Rottofreno, ha presentato a giugno in occasione dell’ultima edizione dell’Hydrogen Expo di Piacenza il prototipo di un locomotore a idrogeno destinato alla manovra e alle operazioni di ultimo chilometro.
Sitav, la cui sigla sta per Società Italiana Treni Alta Velocità, e non a caso cura per conto di Trenitalia la manutenzione dei Frecciarossa, ha sviluppato questo progetto in collaborazione con altre società specializzate nei rispettivi settore, la Omg Manufacturing di Cairo Montenotte impegnata nella costruzione di rotabili ferroviari, la BluEnergy Revolution indirizzata alla ricerca e alla produzione di idrogeno verde e la ceca Dako-Cz che si occupa di componentistica ferroviaria.
Il prototipo del locomotore, che farà il suo esordio ufficiale all’Expo Ferroviaria 2025 il 30 settembre a Milano, è un quattro assi basato su un telaio e sui carrelli di un mezzo di trazione esistente, ma aggiornato nei sistemi frenanti e in tutti gli apparati, compreso il rinnovo della cabina di guida. Il cuore del locomotore è rappresentato dall’unità di propulsione a idrogeno, sviluppata in collaborazione con l’Università di Genova. È dotato di diagnostica remota con la possibilità di recupero dell’energia in frenata. Il mezzo ha una massa di 72 tonnellate ed è in grado di trainare fino a 2200 tonnellate anche su percorsi con una discreta pendenza, il che lo rende ideale nelle manovre come quelle nei porti o nei terminal intermodali.
Secondo Sitav, la soluzione adottata per questo primo esemplare, è facilmente esportabile in modo da equipaggiare sia locomotori nuovi sia soprattutto esemplari esistenti da aggiornare e ricostruire, prolungando la loro vita utile. Indicativamente è possibile realizzare mezzi di trazione con una potenza continuativa tra i 450 e i 900 kW, anche con alimentazioni ibride che possono comprendere motori termici o elettrici a catenaria o a batteria di accumulo.
Il prototipo, come si è visto è un quattro assi, ma la stessa Sitav ha in fase di progettazione anche una variante a tre assi. La società avrebbe avviato anche tutte le pratiche di certificazione per conto dell’Ansfisa, l’Agenzia per la sicurezza, con l’obiettivo di ottenere l’autorizzazione definitiva entro il 2025, così che dall’anno successivo possa iniziare la produzione di serie sulla base delle richieste del mercato.
Piermario Curti Sacchi