Il recente Decreto legislativo 141/2024, intitolato "Disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell'Unione e revisione del sistema sanzionatorio in materia di accise e altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi", introduce modifiche importanti nel sistema normativo italiano con importanti ripercussioni per il settore doganale e per le imprese soggette al Decreto legislativo 231/2001. Entrato in vigore il 4 ottobre 2024, il provvedimento segna una svolta nel panorama del diritto doganale, aggiornando il regime sanzionatorio per le violazioni commesse successivamente a questa data.
Le nuove disposizioni impattano direttamente sulle imprese che operano importazioni dall'estero e sui rappresentanti doganali indiretti, che sono ora chiamati a rivedere le proprie strategie di compliance. Lo Studio legale Margiotta & Partner fornisce alcune indicazioni su come evitare le sanzioni. Innanzitutto consiglia una verifica approfondita e un eventuale adeguamento dei Modelli Organizzativi di Gestione e Controllo (Mogc) adottati ai sensi del Decreto legislativo 231/2001. Le imprese rischiano, infatti, di incorrere in sanzioni più severe, soprattutto considerando l'ampia casistica in cui l'Agenzia delle Dogane potrebbe trasmettere una notizia di reato alla Procura Europea (European Public Prosecutor Office - Eppo), competente per le violazioni che ledono gli interessi finanziari dell'Unione Europea.
La riforma introduce, inoltre, una valutazione più rigorosa delle responsabilità penali e delle circostanze che possono escludere il dolo. Queste includono l'adozione di protocolli interni adeguati e aggiornati, il ruolo d’intermediazione del rappresentante doganale, la carenza di vantaggi economici per l'impresa e il rispetto delle istruzioni fornite dal mandante. Tali elementi assumono un peso rilevante nella definizione della responsabilità penale dell'impresa, soprattutto per i rappresentanti indiretti che dimostrino un ruolo mediato.
Lo Studio legale sottolinea che l’articolo 9 del Decreto legislativo 141/2024 amplia le fattispecie d’illeciti rilevanti ai fini del Decreto legislativo 231/2001, comprendendo non solo i reati doganali, ma anche le violazioni in materia di accise disciplinate dal Testo Unico Accise ( Decreto legislativo 26 ottobre 1995, numero. 504). Le sanzioni interdittive previste da questo articolo - che possono essere applicate in caso di violazioni gravi - includono l'interdizione dall'esercizio dell'attività e la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito. Nei casi in cui le imposte o i diritti di confine superino i centomila euro, le sanzioni diventano più elevate, estendendo le misure interdittive al divieto di contrarre con la pubblica amministrazione e all'esclusione da agevolazioni, finanziamenti e contributi pubblici.
Quindi, prosegue lo Studio legale, per le aziende coinvolte in operazioni doganali, il nuovo assetto normativo comporta un rischio sanzionatorio concreto e richiede un'azione tempestiva. Margiotta & Partner consiglia quindi di effettuare un'analisi approfondita del proprio Mogc 231, per verificare l'efficacia delle procedure di prevenzione e controllo. Occorre aggiornare i protocolli interni in materia doganale e fiscale, in modo da prevenire comportamenti illeciti, rafforzare la formazione del personale addetto alle operazioni doganali e implementare strumenti di monitoraggio continuo e audit interni per garantire il rispetto delle disposizioni di legge.
Per qualsiasi ulteriore approfondimento Margiotta & Partners è a disposizione inviando una mail a segreteria@margiottalegal.it.