È stato previsto ed è avvenuto: il 2025 inizia male per il mercato italiano dei veicoli industriali con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate. È ciò che emerge dalle rilevazioni mensili dell’Unrae sulle immatricolazioni, che a gennaio 2025 sono inferiori del 13,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. I dati mostrano che la contrazione interessa tutte le fasce di peso, con un impatto particolarmente marcato sui veicoli leggeri e medio-leggeri.
Nel dettaglio, i mezzi con massa totale a terra compresa tra 3,51 e 6 tonnellate hanno registrato un calo del 35,1%, passando da 77 a 50 unità immatricolate, mentre il segmento da 6,01 a 15,99 tonnellate ha subito una riduzione del 34,9%, con 228 unità rispetto alle 350 di gennaio 2024. Anche i veicoli pesanti oltre le 16 tonnellate, che costituiscono la parte più rilevante del mercato, hanno evidenziato una contrazione del 10,1%, attestandosi a 2.292 unità immatricolate.
Analizzando più nel dettaglio la composizione del mercato dei mezzi pesanti, emerge un andamento contrastante tra le diverse tipologie di veicoli. Mentre gli autotelai hanno mostrato una crescita del 2,4%, raggiungendo le 935 unità, i trattori stradali hanno segnato una flessione netta del 17,1%, con 1.357 unità immatricolate.
Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae, sottolinea come l’andamento negativo fosse già stato anticipato nelle previsioni di fine 2024: "Coerentemente con le stime, il primo mese del 2025 conferma le difficoltà del settore, con un calo che ormai si protrae da sei mesi consecutivi. Particolarmente preoccupante è la flessione del segmento sopra le 16 tonnellate, che rappresenta quasi il 90% dei volumi complessivi, e il calo ancora più accentuato dei trattori stradali, fondamentale per la logistica e il trasporto pesante".
Oltre alle difficoltà legate alla domanda interna, Starace evidenzia anche le incertezze derivanti dal contesto internazionale: "Il risultato di mercato non sorprende, data la complessità della situazione economica, ma ulteriori elementi di instabilità potrebbero aggravare il quadro nei prossimi mesi. In particolare, le recenti dichiarazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti destano preoccupazione. Gli UsaSA rappresentano un mercato chiave per l'export italiano e l'eventuale introduzione di nuovi dazi potrebbe generare un effetto a catena sulla produzione industriale, con ricadute inevitabili sul settore dei trasporti".
Per affrontare queste sfide, secondo Starace, è necessario un intervento deciso a livello europeo: "L'Unione Europea deve agire per scongiurare il rischio di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, favorendo il dialogo e, al contempo, promuovendo la crescita economica interna. La strategia delineata dal Rapporto Draghi dello scorso settembre resta un riferimento fondamentale. Servono misure tempestive e coordinate per rafforzare la posizione dell'Europa nello scenario internazionale e ridurre la dipendenza economica da altri mercati".