Il 4 giugno 2025 il Gruppo Duferco ha avviato l’attività del suo nuovo terminal multipurpose situato tra Milazzo e Messina, sorto dalla riqualificazione del polo siderurgico di Giammoro. L’esordio degli equipaggiamenti e dei macchinari è avvenuto sbarcando dal mercantile Deo Volente, proveniente da Marghera, un trasformatore del peso di circa 130 tonnellate destinato alla Raffineria Mediterranea di Milazzo. Entro la fine di giugno è previsto l’approdo della prima portacontainer. Una caratteristica peculiare del Duferco Terminal Mediterraneo, questo è il nome dell’impianto, è che è il primo di questo tipo sviluppato in Sicilia da privati. A pieno regime, impiegherà 50 addetti, tra cui ex lavoratori delle precedenti acciaierie.
La concessione demaniale marittima per la gestione del pontile di Giammoro è stata formalizzata il 28 marzo 2024 e sarà valida fino al 2049. Copre una superficie complessiva di oltre 52mila metri quadrati e include il pontile, le strutture di collegamento a terra e gli specchi acquei funzionali alle operazioni commerciali. Il terminal si propone come punto di snodo per i traffici tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente, integrando trasporto marittimo, stradale e ferroviario. La movimentazione avviene tramite una gru portuale mobile Konecranes Gottwald Esp.6 da 125 tonnellate, dotata di tecnologia ibrida con ultracondensatori in grado di recuperare energia durante le fasi di abbassamento e frenata. La gru è predisposta per l’alimentazione elettrica esterna, in attesa dell’elettrificazione completa del pontile.
Il terminal non è però un’iniziativa isolata: s’inserisce in un piano industriale più ampio, presentato nel 2024 presso la Camera di Commercio di Messina, che prevede investimenti complessivi per 95 milioni di euro. La strategia del Gruppo Duferco si fonda su tre pilastri: logistica, energia e servizi infrastrutturali. Così, accanto all’impianto logistico, Giammoro ospiterà una centrale Peaker a gas naturale a basso impatto ambientale, già realizzata e messa a disposizione di Terna per garantire la sicurezza del sistema elettrico siciliano.
In parallelo è in fase di sviluppo un progetto per la creazione di una Hydrogen Valley, in collaborazione con Caronte e Nippon Gases Italia. L’obiettivo è produrre circa 100 tonnellate annue di idrogeno verde, grazie a un impianto fotovoltaico da 4 MW e un elettrolizzatore da 1 MW. A completare il quadro degli investimenti in energia sostenibile, è previsto un sistema di accumulo Bess per il bilanciamento della rete e il potenziamento degli impianti fotovoltaici già esistenti nell’area.
Il Gruppo Duferco affonda le radici nel 1979, quando fu fondato da Bruno Bolfo, attuale presidente, insieme a un gruppo di esperti del commercio siderurgico con l'obiettivo di sfruttare i vantaggi dei mercati emergenti nella produzione di acciaio. Agli esordi, la società aveva sede a New York e San Paolo in Brasile, stabilendo rapidamente rapporti privilegiati con i produttori locali di acciaio e diventando il principale esportatore brasiliano di prodotti siderurgici a livello mondiale. La crescita e la redditività di Duferco si basavano su relazioni consolidate con i principali produttori brasiliani quali Cosipa, Csn, Cst, Açominas e Usiminas, oltre alla creazione di una rete di vendita concentrata principalmente negli Stati Uniti e nell'Estremo Oriente.
Nel corso degli anni Ottanta, il Gruppo intraprese un'espansione geografica, concentrandosi inizialmente sul Sud America con successi significativi in Argentina, Venezuela e Messico. Nel 1981 aprì il primo ufficio europeo a Londra, seguendo una strategia di penetrazione nei mercati del Nord America e del vecchio continente. La decade degli anni Ottanta fu caratterizzata dall'apertura di numerose sedi nell'area del Pacifico, inclusi Taiwan, Filippine, Singapore, Hong Kong, Cina e Sud Corea. A metà degli anni Novanta, la società aprì uffici in Europa orientale per creare l'infrastruttura necessaria a soddisfare la crescente domanda di questi mercati emergenti.
Dopo il 2000, Duferco ha intrapreso una diversificazione delle proprie attività, espandendosi nei settori dell'energia, shipping e logistica oltre al tradizionale siderurgico. Nel corso degli ultimi quindici anni, l'azienda ha dismesso gran parte delle produzioni siderurgiche in Belgio, Stati Uniti e Sud Africa per concentrarsi sulla vendita dell'acciaio e investimenti nei settori dell'energia alternativa, in particolare fotovoltaico e idroelettrico, oltre allo shipping. Oggi il gruppo vanta un patrimonio stimato in circa 2 miliardi di euro e mantiene una presenza globale attraverso venti stabilimenti siderurgici propri che nel 2007 producevano complessivamente 6,9 milioni di tonnellate di acciaio.