I piloti portuali hanno sospeso mercoledì 15 ottobre 2025 alle 7.30 lo sciopero nei principali porti del Belgio. Ma è solo una tregua di dieci giorni, valida fino al 24 ottobre. La decisione è giunta dopo un’intensa settimana di interruzioni che ha coinvolto i porti di Anversa, Zeebrugge e Gand, paralizzando uno dei principali nodi logistici europei. La sospensione, annunciata dall’associazione professionale dei piloti Bvl, punta a riaprire il dialogo con il Governo fiammingo dopo lo stallo sulle riforme pensionistiche.
Dalla mattina del 15 ottobre il traffico marittimo è ripreso gradualmente. Secondo l’Agenzia per i Servizi Marittimi e Costieri Mdk, circa 210 navi erano ancora in attesa di entrare o uscire dai porti al momento della riapertura, mentre l’Autorità portuale di Anversa-Bruges ha comunicato che lo smaltimento dell’arretrato richiederà diversi giorni. In condizioni normali il porto di Anversa gestisce tra 60 e 80 navi al giorno, ma durante lo sciopero il numero era sceso a 31. L’interruzione ha provocato ritardi diffusi lungo la catena logistica europea, costringendo alcune compagnie a deviare le rotte verso altri porti del Nord Europa.
L’azione sindacale, iniziata il 5 ottobre, è stata organizzata con un rallentamento del servizio: i piloti hanno limitato la propria disponibilità alle ore diurne, di fatto riducendo drasticamente le finestre operative. Nel corso dei dieci giorni di protesta il numero di navi bloccate è cresciuto da 64 del primo giorno alle oltre 180 del 14 ottobre, generando congestione nei terminal container, ritardi nei traffici petroliferi e difficoltà nel coordinamento dei servizi ferroviari e stradali collegati. Alla protesta si è aggiunto, il 14 ottobre, lo sciopero nazionale che ha fermato completamente il traffico marittimo da e per Anversa per trentasei ore, aggravando ulteriormente i ritardi.
La mobilitazione è stata indetta dalle tre associazioni professionali dei piloti — Avk, Bvl e Ovl — insieme ai sindacati Acod, Acv e Vsoa, in opposizione alla riforma federale delle pensioni. Le organizzazioni contestano la riduzione fino al 45% delle pensioni per i nuovi assunti, la cancellazione delle indennità speciali dal calcolo pensionistico e la mancata indicizzazione delle pensioni più elevate, che secondo le stime potrebbe ridurre gli assegni mensili da 2.400 a 1.900 euro. I sindacati denunciano inoltre un trattamento diseguale rispetto ad altri lavoratori del settore pubblico nel secondo pilastro pensionistico.
La controversia affonda le radici in un accordo firmato il 2 giugno 2025 tra la Bvl e i ministri fiamminghi Jan Jambon e Annick De Ridder, che avrebbe dovuto garantire un regime pensionistico transitorio per i piloti. Secondo la Bvl, però, il governo non ha ancora adottato le disposizioni attuative necessarie, configurando una violazione diretta dell’intesa. L’accordo prevedeva la definizione di un nuovo schema pensionistico entro la fine di novembre, ma l’assenza di progressi ha innescato lo sciopero.
Con la sospensione temporanea, i piloti hanno concesso al Governo fiammingo dieci giorni per avviare una mediazione concreta. Se entro il 24 ottobre non emergeranno segnali di progresso, l’azione sindacale potrebbe riprendere. Il presidente della Bvl, Francis Baetens, ha sottolineato anche un rischio di competitività: sempre più piloti fiamminghi preferiscono lavorare nei porti olandesi, dove la retribuzione è più alta e il pensionamento obbligatorio scatta a 60 anni.
Le Autorità portuali stimano che il pieno ritorno alla normalità richiederà diversi giorni. Alcune operazioni, come la prevista immersione del quinto elemento del tunnel sottomarino di Anversa, sono state rinviate per evitare ulteriori interruzioni. Il danno economico complessivo non è ancora stato quantificato, ma le perdite per i terminal e gli operatori della logistica ammontano già a diversi milioni di euro, con ripercussioni sui flussi di container e rifornimenti in tutto il Nord Europa.

































































