La Commissione Europea presenterà a novembre 2025 un pacchetto di misure per istituire una rete di trasporto militare coordinata all'interno dell'Unione. Secondo quanto riportato dal Financial Times il 29 ottobre 2025, l'iniziativa vuole consentire lo spostamento rapido di equipaggiamenti pesanti, come carri armati e artiglieria, in risposta a eventuali minacce ai confini orientali. Il progetto rappresenta una risposta diretta alle carenze logistiche evidenziate dal conflitto in Ucraina, che ha mostrato la difficoltà di muovere in tempi brevi uomini e materiali attraverso infrastrutture civili non progettate per carichi militari.
Il commissario europeo per i Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, ha sottolineato come i limiti strutturali della rete europea ostacolino il movimento dei mezzi della Nato: ponti non sufficientemente rinforzati, tunnel troppo stretti e protocolli di frontiera ancora lenti rendono complessa una mobilità rapida in caso di emergenza. Per risolvere questi problemi, la Commissione intende avviare un piano infrastrutturale e normativo che coinvolgerà i principali operatori ferroviari e logistici del continente.
Secondo le anticipazioni, il nuovo quadro regolatorio – denominato "Pacchetto sulla mobilità militare" – comprenderà una comunicazione congiunta, una proposta di Regolamento e modifiche mirate alla legislazione Ue esistente, con l'obiettivo di armonizzare entro il 2027 regole e procedure nazionali per il trasporto di truppe e mezzi militari. Saranno definiti quattro corridoi multimodali prioritari (ferrovia, strada, mare e aria), individuati in collaborazione con la Nato e gli Stati membri, per facilitare gli spostamenti a breve preavviso.
Il progetto prevede un investimento iniziale di 70 miliardi di euro per l'adeguamento urgente dei corridoi ferroviari, stradali e portuali, mentre il Parlamento europeo stima che fino al 2035 saranno necessari ulteriori 75-100 miliardi di euro per completare l'ammodernamento delle infrastrutture. La Commissione propone inoltre di aumentare a 17,65 miliardi di euro il budget per la mobilità militare nel quadro finanziario pluriennale 2028-2034, moltiplicando per dieci le risorse attuali.
Una delle innovazioni chiave sarà la creazione di un "pool di solidarietà" per il trasporto militare, ispirato al modello del meccanismo rescEU già utilizzato nella protezione civile europea. Gli Stati membri metteranno a disposizione navi, aerei, vagoni ferroviari e camion che potranno essere impiegati per spostare materiali militari o supportare operazioni di protezione civile. Tuttavia, i funzionari Ue riconoscono che la complessità giuridica e la natura duale (civile e militare) dei mezzi impiegati richiederanno una struttura di governo chiara e un coordinamento tra forze armate, operatori privati e autorità nazionali.
La Germania assumerà un ruolo centrale come hub logistico continentale, sfruttando la propria rete ferroviaria e la cooperazione con aziende come Deutsche Bahn Cargo, Rheinmetall e Lufthansa. Secondo il Financial Times, Berlino ha già predisposto una capacità di 343 carri pianali e due slot giornalieri dedicati al trasporto militare, mentre Rheinmetall garantirà il supporto per il trasporto di mezzi corazzati e Lufthansa contribuirà alle operazioni aeree e alla manutenzione degli aeromobili.
Dal punto di vista tecnico, la logistica militare europea si confronta con limiti infrastrutturali significativi. Il 40% dei ponti e il 25% delle strade principali non sono in grado di sostenere il peso dei veicoli blindati più moderni, mentre la carenza di carri ferroviari adeguati riduce la capacità di trasporto rapido. Le differenze di scartamento ferroviario tra paesi, unite alla frammentazione delle procedure doganali, rallentano ulteriormente il movimento di convogli. La Commissione intende quindi introdurre meccanismi di emergenza per ridurre i tempi di autorizzazione e creare uno "Schengen militare" che consenta il passaggio transfrontaliero in pochi giorni.























































