I furti e le rapine nel trasporto delle merci restano una minaccia sistemica per la catena logistica globale, anzi il fenomeno mostra un preoccupante aumento. Secondo il rapporto congiunto TT Club/Bsi, pubblicato nell’aprile 2025, nel 2024 i crimini contro le merci in transito hanno registrato un aumento in tutti i principali Paesi. Sono spinti da inflazione, disuguaglianze crescenti e digitalizzazione delle procedure operative. A dominare la scena sono ancora i furti su strada, che costituiscono il 76% degli episodi segnalati, con una netta prevalenza degli autocarri come vettore preso di mira. Ma la vera novità risiede nei cosiddetti “furti strategici”: azioni criminali basate su identità fittizie, email aziendali clonate, falsi documenti di trasporto e persino deepfake di bolle di consegna.
Gli Stati Uniti hanno registrato una quota rilevante di eventi legati a queste tecniche: il 18% dei casi è riconducibile a tentativi di impersonazione, spesso facilitati dalla mancanza di controlli sistematici sui partner di filiera. La minaccia si estende tuttavia ben oltre il Nord America. In Europa, l’insicurezza dei parcheggi resta un punto debole strutturale, con numerosi episodi avvenuti nei terminal e lungo le principali arterie intermodali. I carichi più colpiti sono quelli alimentari (22% a livello globale), agricoli (10%) ed elettronici (9%), tutti facilmente rivendibili nel mercato parallelo.
A livello geografico, il rapporto segnala il Brasile come epicentro dei furti in Sud America, con il 68% degli episodi regionali, spesso caratterizzati da dirottamenti armati e eliminazione del tracciamento Gps tramite jammer. In India si diffonde il fenomeno del “pilferage”, ossia il saccheggio sistematico di parte del carico da parte di autisti o magazzinieri compiacenti. Negli Stati Uniti, invece, preoccupa la crescita dei furti ferroviari, passati dal 3% al 6% in un solo anno, con bande organizzate che approfittano delle soste programmate e delle lacune nei sistemi di sorveglianza.
Il documento sottolinea anche come l’intelligenza artificiale e la diffusione di software generativi stiano abbassando le barriere tecnologiche per i gruppi criminali, consentendo la produzione di email fraudolente o documenti manipolati con estrema verosimiglianza. In molti casi, le aziende colpite avevano sottovalutato segnali d’allarme nei contatti iniziali, come indirizzi mail anonimi, coordinate bancarie non corrispondenti, offerte troppo vantaggiose o cambiamenti sospetti nei dati del fornitore.
TT Club e Bsi indicano come prioritari il rafforzamento della due-diligence sui vettori, l’adozione di parcheggi certificati, la segmentazione dei dati logistici in ottica “need-to-know” e l’installazione di tecnologie di tracciamento attivo. Fondamentale è anche la formazione degli operatori, affinché sappiano riconoscere email anomale, pattuglie false e tecniche di inganno documentale. Nelle tratte ad alto rischio – come quelle che coinvolgono elettronica, metalli e farmaceutici – si suggerisce l’uso di sigilli intelligenti, sensori volumetrici e protocolli anti-manomissione.
Secondo gli autori del rapporto, la sfida per il 2025 sarà duplice: da un lato, proteggere fisicamente il carico durante le soste, dall’altro blindare digitalmente i flussi informativi che regolano la consegna. In un mondo sempre più connesso, anche il furto si evolve: non basta più blindare il portellone, serve blindare anche il protocollo.