Dopo trentaquattro anni dalla prima concessione, l’autostrada A33 Asti-Cuneo si avvia alla conclusione definitiva. L’apertura al traffico dell’intero tracciato è fissata per il 30 dicembre 2025, data che consentirà per la prima volta la percorrenza continua tra Asti e Cuneo lungo l’asse autostradale A33. L’avvio avverrà inizialmente in modalità cantiere, con un breve tratto esercito su una sola carreggiata a doppio senso di marcia, soluzione ritenuta compatibile con i requisiti di sicurezza. La chiusura completa dei lavori e l’apertura della seconda carreggiata sono previste entro aprile 2026, secondo quanto indicato dal ministero dei Trasporti e dalla Regione Piemonte.
La presentazione ufficiale dell’apertura è programmata per il 28 dicembre 2025, con un sopralluogo lungo l’intera tratta da Asti fino all’innesto con l’autostrada A6. L’evento segnerà la conclusione di una delle vicende infrastrutturali più lunghe del Paese, spesso citata come esempio di opera incompiuta per la successione di blocchi, revisioni progettuali e difficoltà finanziarie.
Il progetto dell’autostrada Asti-Cuneo nasce formalmente il 5 aprile 1991 con la firma della prima concessione. Il tracciato originario prevedeva circa 90 chilometri di sviluppo, un costo stimato di 340 milioni di euro e un termine lavori fissato al 1996. L’infrastruttura avrebbe dovuto colmare un vuoto storico nei collegamenti del sud del Piemonte, migliorando l’accessibilità di un’area a forte vocazione agricola e manifatturiera. La fase attuativa, tuttavia, si rivelò da subito complessa. Nel 1998 l’opera venne inserita tra quelle finanziate dalla legge 295 e nel 2000 l’Anas avviò i primi cantieri. Nel 2006 fu costituita la società di progetto autostrada Asti-Cuneo, controllata dal gruppo Gavio, che subentrò nella gestione dei tratti già realizzati e nel completamento dell’opera.
Le prime aperture al traffico arrivarono tra il 2005 e il 2008. Nel luglio 2005 fu inaugurato il tratto di 11 chilometri tra Carrù, in corrispondenza del nodo con l’A6, e Sant’Albano Stura. Nel 2007 seguirono ulteriori lotti tra Diga Enel, Cherasco e Marene, per circa 9 chilometri. Complessivamente, entro il 2008 vennero realizzati quasi 40 chilometri di autostrada, poi consegnati alla concessionaria per la gestione e il proseguimento dei lavori. Un passaggio rilevante avvenne nel febbraio 2012 con l’apertura del tratto Sant’Albano Stura-Castelletto Stura e della barriera di pedaggio, che consentì il collegamento diretto di Cuneo alla rete autostradale nazionale.
Dal 2012 al 2020 l’opera entrò nella sua fase più critica. Per circa otto anni i cantieri rimasero sostanzialmente fermi, a causa di contenziosi, difficoltà di finanziamento e revisioni progettuali. Il troncone incompiuto in prossimità di Cherasco, che terminava in un’area agricola, divenne il simbolo di questa lunga paralisi. Secondo le ricostruzioni del ministero dei Trasporti, in questo periodo emersero in modo evidente i limiti del piano economico-finanziario originario e la necessità di una ristrutturazione complessiva della concessione.
La svolta giunse nel 2020, quando il Governo sbloccò il fascicolo con le deliberazioni del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile del 14 maggio. I provvedimenti definirono il nuovo assetto finanziario dell’opera e divennero efficaci dopo la registrazione della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nell’ottobre dello stesso anno. Nel gennaio 2021 la firma degli atti aggiuntivi tra la concessionaria e il ministero dei Trasporti consentì la ripartenza dei cantieri sul lotto 2.6, suddiviso nei sub-lotti 2.6A Verduno-Diga Enel e 2.6B Roddi-Verduno. In questa fase fu accantonata l’ipotesi di una galleria tra Cherasco e Verduno, giudicata troppo onerosa, a favore di un tracciato in superficie con la realizzazione di un nuovo viadotto a Verduno.
Le aperture più recenti si sono concentrate nel periodo 2023-2025. Il 3 aprile 2023 venne aperto il lotto 2.6B tra la tangenziale di Alba e lo svincolo di Alba Ovest, garantendo un collegamento diretto con l’ospedale di Verduno. Nello stesso mese terminò il percorso autorizzativo dell’ultimo lotto con il Decreto di valutazione d’impatto ambientale, firmato dai ministeri competenti. Dal 1° giugno 2023 entrò in esercizio anche la seconda carreggiata nel tratto Roddi-Verduno, rendendo la sezione pienamente conforme agli standard autostradali. Nell’ottobre 2023 il ministero della Cultura certificò l’ottemperanza a tutte le prescrizioni ambientali, permettendo l’avvio del cantiere finale del lotto 2.6A. La conferenza di servizi si chiuse formalmente il 24 novembre 2023 con l’intesa Stato-Regione sul progetto definitivo.
L’intera autostrada Asti-Cuneo si sviluppa per circa 90 chilometri. Il costo complessivo dell’infrastruttura è molto aumentato rispetto alle stime iniziali, passando dai 340 milioni di euro previsti nel 1991 a circa 1,457 miliardi di euro. Il solo lotto mancante tra Cherasco e Alba ha un valore di circa 348 milioni di euro. La sezione dell’autostrada comprende due corsie per senso di marcia e una corsia di emergenza. Sul piano dei flussi di traffico, le stime indicano un forte aumento dei transiti giornalieri, dagli attuali 6.500 a oltre il doppio a regime, con effetti attesi sulla riduzione del traffico sulle strade provinciali e sui tempi di percorrenza per il trasporto merci.
Restano tuttavia alcune questioni aperte. In primo luogo l’adeguamento della tangenziale di Alba alle caratteristiche autostradali, passaggio necessario per l’integrazione completa nel tracciato A33. Secondo quanto annunciato dagli enti locali, la tangenziale continuerà a essere gratuita nel tratto tra Baraccone di Castagnito e Cantina Roddi, così come l’uscita per l’ospedale di Verduno, grazie a un sistema di esenzione automatica del pedaggio. Un secondo tema riguarda le opere di adduzione, interventi indispensabili per migliorare l’accessibilità all’autostrada e al nuovo ospedale di Verduno. Per queste opere complementari risultano già autorizzati investimenti per oltre 40 milioni di euro, ma la loro realizzazione sarà determinante per massimizzare i benefici dell’infrastruttura sul sistema logistico e produttivo del territorio.
Pietro Rossoni























































