Da anni una grave strozzatura produce una congestione cronica sull'arteria di trasporto più importante d’Italia, l’autostrada A1. Si estende nel tratto toscano, tra Incisa Valdarno a sud e Barberino del Mugello a nord e interessa soprattutto il traffico diretto a settentrione. Il primo luglio è intervenuta la Federazione degli Autotrasportatori Italiani, che attraverso la segretaria generale Carlotta Caponi ha lanciato un allarme sulla situazione ormai insostenibile che stanno vivendo migliaia di operatori del settore: "Da settimane riceviamo continue segnalazioni da parte delle nostre aziende associate, stremate dalle code chilometriche che si formano quotidianamente lungo questa direttrice strategica per il trasporto nazionale e internazionale", spiega Caponi, sottolineando come il problema non riguardi episodi isolati ma una criticità strutturale che si ripete con regolarità quotidiana.
L'impatto sugli autotrasportatori va ben oltre il semplice disagio: il rispetto dei tempi di guida e riposo diventa "pressoché impossibile" secondo la Fai. Questa situazione espone gli operatori a sanzioni e controlli sempre più stringenti, creando un paradosso normativo dove le aziende si trovano impossibilitate a rispettare regole che non tengono conto delle condizioni reali della viabilità. Il problema non si limita ai problemi strutturali dell'autostrada stessa: la Fai segnala come alla situazione già compromessa si sovrappongano ulteriori elementi critici, come le continue chiusure notturne, un traffico già pesantemente compromesso nella zona fiorentina e, elemento più recente, i lavori sul Viadotto dell'Indiano.
Quest'ultimo aspetto risulta particolarmente penalizzante poiché il viadotto rappresenta l'unico percorso alternativo alla A1 in quella zona. I lavori, che resteranno attivi per due mesi, eliminano di fatto ogni possibilità di deviazione del traffico, creando un imbuto che concentra tutti i flussi su un'unica direttrice già al collasso. Particolarmente grave appare il confronto con le promesse del passato. Nel 2016, in occasione dell'inaugurazione della galleria a tre corsie in direzione sud, l'allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciò la conclusione dell'intervento anche in direzione nord entro due anni. Oggi, a distanza di quasi un decennio, quella promessa rimane lettera morta, lasciando un'arteria "incompleta, congestionata e assolutamente inadeguata a sostenere i flussi attuali di traffico pesante", dichiara Caponi.
Di fronte a questa situazione, la Fai ha formulato una serie di richieste concrete e immediate alle istituzioni competenti. La prima riguarda la riduzione al minimo dei lavori stradali nei tratti più critici, soprattutto in vista dell'esodo estivo, quando il traffico turistico si sommerà a quello già critico delle merci. La seconda richiesta punta alla creazione di un Tavolo di confronto immediato tra il ministero dei Trasporti, Autostrade per l'Italia, la Regione Toscana e le rappresentanze del settore. L'obiettivo è trovare soluzioni condivise che tengano conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti, evitando di scaricare i costi della mancata programmazione sui soli operatori del trasporto.
Infine, la federazione chiede una maggiore tolleranza nelle verifiche sui tempi di guida nei casi in cui sia documentabile l'attesa in coda causata da lavori o disservizi. Si tratta di una richiesta di buon senso che mirerebbe a evitare il paradosso di sanzionare i trasportatori per situazioni che non dipendono dalla loro volontà. "Il nostro settore non può essere lasciato solo. Servono risposte concrete e immediate. Il Paese non può permettersi che chi trasporta la sua economia resti intrappolato ogni giorno nel traffico", conclude Caponi.
Una ricerca tra le cronache dei primi sei mesi del 2025 mostra almeno quindici eventi critici nel tratto considerato dalla Fai, di cui nove chiusure programmate per i lavori della terza corsia, quattro gravi incidenti stradali, un intasamento per traffico intenso nel contro-esodo dell’Epifania e uno per maltempo il 14 marzo. Ma questi sono appunti gli eventi più gravi, registrati dalla cronaca, mentre le code e i rallentamenti sono molto più frequenti.