Il mercato europeo del trasporto stradale delle merci sta attraversando una fase più complessa rispetto ai cicli tradizionali osservati nel passato, secondo un’analisi diffusa a dicembre 2025 dal colosso lituano dell’autotrasporto Girteka. Alla fine del 2025 il raffreddamento registrato in autunno non si è tradotto né in una vera contrazione né in una ripresa definita, ma in una condizione di volatilità continua che rappresenta ormai la nuova base operativa del settore. La domanda di trasporto rimane disomogenea e fortemente sensibile a variazioni di breve periodo, mentre la capacità disponibile in Europa è strutturalmente insufficiente a gestire oscillazioni improvvise dei volumi.
L’attività manifatturiera nell’area euro continua a collocarsi in prossimità della soglia tra espansione e contrazione, con indicatori che riflettono una fragilità diffusa. In questo contesto si è creato un paradosso: una domanda complessivamente debole convive con un mercato che non dispone più di un’adeguata eccedenza di veicoli industriali di mezzi. La tradizionale riserva di camion pronti ad assorbire picchi di traffico si è in gran parte esaurita, rendendo il sistema meno elastico e più esposto a tensioni improvvise.
Gli analisti spiegano che questa riduzione di capacità non è riconducibile a un singolo evento, ma è il risultato di un processo avviato nel periodo post-pandemico e accelerato durante la fase di rallentamento del 2023–2024. In quegli anni le insolvenze nel settore europeo del trasporto e dello stoccaggio sono aumentate di circa il 180% rispetto ai livelli storici, portando all’uscita dal mercato di numerosi piccoli e medi vettori. Molti operatori sopravvissuti hanno ridimensionato le flotte o rinviato gli investimenti, contribuendo a una contrazione strutturale dell’offerta.
A differenza della domanda, la capacità richiede tempi lunghi per essere ricostituita. Gli operatori mostrano cautela nell’acquisto di nuovi veicoli a causa dell’aumento dei costi di conformità e dell’incertezza normativa. Pedaggi, obblighi di rendicontazione e regole transfrontaliere sono in continua evoluzione e rendono più complessa la pianificazione di investimenti a lungo termine. Secondo Tomas Šilinikas, pricing director di Girteka, anche in presenza di un raffreddamento della domanda il mercato non dispone più di mezzi sufficienti per assorbire le fluttuazioni, motivo per cui le tariffe spot non subiscono crolli analoghi a quelli osservati in passato.
Il quadro è ulteriormente aggravato dalla carenza di autisti, che nel 2024 ha raggiunto 426mila posizioni vacanti a livello europeo. L’invecchiamento della forza lavoro e l’ingresso limitato di nuovi conducenti comprimono ulteriormente l’elasticità della capacità. Quindi, anche se fossero disponibili più veicoli, mancherebbero le risorse umane per metterli in esercizio, con effetti diretti sulla continuità operativa delle reti di trasporto.
Secondo Girteka, la volatilità attuale non appare quindi come un fenomeno ciclico destinato a rientrare con la ripresa economica. Diversi fattori concorrono a renderla strutturale. Gli indicatori macroeconomici mostrano una crescita modesta, sostenuta soprattutto dai consumi interni piuttosto che dalle esportazioni, con una conseguente elevata sensibilità dei flussi logistici a variazioni della fiducia. I costi energetici, pur più stabili rispetto alla crisi del 2022, restano esposti alle tensioni geopolitiche e continuano a influenzare in modo rapido la struttura dei costi.
La pressione normativa rappresenta un ulteriore elemento di instabilità. Gli aumenti dei pedaggi basati sulle emissioni di CO2 introdotti in Germania hanno segnato un punto di svolta, mentre nei Paesi Bassi è prevista entro la metà del 2026 la sostituzione dell’eurovignetta con un sistema di tariffazione basato sulla distanza percorsa. Altri Stati membri potrebbero seguire lo stesso percorso. In diversi mercati europei i pedaggi legati alle emissioni e alla distanza incidono in media per circa il 14% dei costi totali di trasporto, con punte che arrivano a circa il 23% su singole tratte, e ulteriori incrementi sono attesi con l’estensione dei sistemi chilometrici.
A questi fattori si aggiungono gli effetti dei cambiamenti climatici. Ondate di calore che influenzano i flussi agricoli, alluvioni che compromettono le infrastrutture e eventi estremi sempre più frequenti introducono elementi di imprevedibilità operativa che richiedono capacità di adattamento rapido lungo l’intera catena logistica.
In questo scenario gli operatori stanno rivedendo le proprie strategie puntando sulla resilienza delle reti. La risposta non si limita a una maggiore rapidità di reazione, ma passa dalla progettazione di sistemi in grado di assorbire gli shock senza interrompere il servizio. Girteka afferma che un ruolo centrale è assunto dai contratti di lungo periodo. Con l’indebolimento delle tariffe spot nella parte finale del 2025, il divario rispetto ai prezzi contrattuali si è ridotto, rafforzando l’interesse per accordi stabili che garantiscano accesso alla capacità in un mercato strutturalmente teso.
Parallelamente avanza la digitalizzazione dei processi. Analisi previsionali, visibilità in tempo reale e simulazioni di scenario consentono d’individuare colli di bottiglia, riorientare i flussi e ottimizzare l’impiego degli assetti su scala regionale. La gestione dei dati diventa sempre più centrale quanto quella dei mezzi fisici, con un impatto diretto sull’affidabilità delle operazioni.
Anche i modelli tariffari stanno evolvendo. Clausole flessibili su carburanti e pedaggi, meccanismi di adeguamento dinamico e cicli di gara più brevi permettono di distribuire il rischio tra vettori e committenti, preservando al contempo la stabilità delle relazioni di lungo periodo. Dal punto di vista dei caricatori, l’attenzione si sposta progressivamente dal solo contenimento dei costi alla gestione del rischio. Le catene di fornitura più robuste si basano su collaborazione, condivisione delle previsioni, impegni di volume trasparenti e pianificazione congiunta legata alla stagionalità e ai cambiamenti normativi.
L’analisi di Girteka si conclude con le prospettive per il 2026, che indicano una stabilizzazione lenta, con una crescita economica europea contenuta e trainata prevalentemente dai consumi delle famiglie. Allo stesso tempo la complessità operativa è destinata ad aumentare. Costi regolatori, obblighi di rendicontazione ambientale e requisiti Esg influenzeranno sempre più la disponibilità di capacità e la formazione dei prezzi. Le reti logistiche progettate esclusivamente in funzione dell’ottimizzazione dei costi risultano più esposte a shock improvvisi, mentre quelle orientate alla continuità operativa mostrano una maggiore capacità di adattamento.





























































