Lo sfruttamento di autisti provenienti da Paesi extracomunitari è uno dei temi critici quando si parla dell’autotrasporto internazionale. Il biennio 2023-2024 è stato infatti segnato da proteste - delle quali la più grande avvenuta nell’area di sosta tedesca di Grafenhausen - che hanno sollevato dubbi sulle reali condizioni di lavoro dei conducenti di veicoli industriali, in particolare di quelli reclutati oltre i confini comunitari.
Stipendi incompleti, trattenute ingiustificate, buste paga non pervenute e lunghi periodi bordo del camion sono solo alcuni dei problemi emersi e segnalati, oltre che dagli stessi autisti, anche da diversi sindacati e associazioni in tutta Europa. Per fare chiarezza sull’argomento, a ottobre 2024 lo staff dell’eurodeputata dei 5Stelle Valentina Palmisano - dopo consultazioni con gli esponenti del sindacato Fnilt/Cse e delle associazioni Willy Sicurezza e Legalità nel Trasporto, Élite Driver e Associazione Opera Vita da Corrieri - ha presentato un’interrogazione al Parlamento Europeo, chiedendo misure urgenti per frenare lo sfruttamento di manodopera extraeuropea nel settore dei trasporti.
“In Europa sta emergendo un grave fenomeno di sfruttamento di lavoratori extraeuropei, soprattutto asiatici, impiegati nel settore dei trasporti in condizioni disumane”, si legge nel testo presentato. “Questi lavoratori, reclutati attraverso agenzie internazionali, ottengono documenti europeizzati tramite pratiche dubbie e vengono impiegati da grandi aziende con salari bassissimi, senza diritti e senza assicurazioni. Questo sistema non solo viola la legislazione dell’UE, come il Regolamento UE 492/2011 e la Direttiva 2009/52/CE, ma sta anche generando una concorrenza sleale che danneggia gli autotrasportatori europei. Gli autotrasportatori europei, sottoposti a normative rigide in termini di sicurezza e salari, non possono competere con un sistema che utilizza manodopera sottopagata e sfruttata. Questo squilibrio mette a rischio non solo la tenuta del settore, ma anche la sicurezza sulle strade europee”.
Alla luce di ciò, l’europarlamentare ha richiesto alla Commissione quali azioni intenda intraprendere per fermare lo sfruttamento di lavoratori extraeuropei, come intenda rafforzare i controlli transnazionali per impedire l’impiego di manodopera irregolare e quali misure prevede per tutelare i diritti degli autotrasportatori europei, colpiti da una concorrenza sleale. All’inizio di gennaio 2025 è giunta la risposta della Commissione Europea che - pur ribadendo l’importanza di debellare ogni forma di sfruttamento e certificando l’apertura ad una revisione delle norme a tutela dei lavoratori - non ha segnalato alcuna irregolarità nel rilascio degli attestati ai conducenti extracomunitari, mentre ha sottolineato i risultato raggiunti grazie al Pacchetto Mobilità.
La Commissione spiega che sta controllando regolarmente l'attuazione da parte degli Stati membri della direttiva 2009/52/CE1 sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro e organizza riunioni periodiche a livello di gruppo di esperti sull'interazione tra migrazione irregolare e direttiva per lo scambio di informazioni e buone pratiche. Aggiunge che intende rafforzare il controllo dell'applicazione e, se necessario, rivedere le norme sulla prevenzione dello sfruttamento dei lavoratori con status irregolare in Europa. In tale contesto la Commissione sta effettuando una valutazione delle prestazioni dell'Autorità europea del Lavoro in relazione agli obiettivi, al mandato e ai compiti assegnati.
Conformemente all'articolo 5 del Regolamento CE 1072/20092, gli Stati membri devono rilasciare ai trasportatori dell'UE titolari di licenza comunitaria un attestato di conducente per ciascun autista che assumono legalmente o a cui fanno legittimamente ricorso e che non è cittadino di uno Stato membro, né soggiornante di lungo periodo. Tale attestato certifica che il conducente è legalmente assunto in conformità con le norme pertinenti dello Stato membro che lo rilascia.
La Commissione afferma che non è a conoscenza di problemi sistematici relativi al rilascio degli attestati di conducente da parte degli Stati membri. Inoltre, nella risposta condanna fermamente qualsiasi pratica discriminatoria tra conducenti stranieri e conducenti dell'UE per quanto riguarda le condizioni di lavoro e la retribuzione. E conclude che il Primo Pacchetto Mobilità, adottato a luglio 2020, ha migliorato notevolmente le condizioni di lavoro e la retribuzione dei conducenti e deve essere applicato a tutti i conducenti, indipendentemente dalla cittadinanza. Spetta quindi agli Stati membri applicare tali norme mediante controlli su strada e nei locali delle imprese.
Marco Martinelli