La manovra approvata dal Consiglio dei ministri introduce un aggravio stimato in oltre 200 milioni di euro per il settore dell’autotrasporto, secondo quanto ha dichiarato il 21 ottobre 2025 Assotir. La bozza che dovrà essere approvata dal Parlamento (e quindi potrà subire cambiamenti) prevede infatti l’aumento dell’accisa sul gasolio di 4,05 centesimi al litro dal 1° gennaio 2026. L’associazione spiega che questo aumento supera di quasi tre volte quello applicato a marzo 2025 e riduce da quattro a due anni il periodo previsto per l’allineamento delle accise su gasolio e benzina, in attuazione delle disposizioni europee legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Secondo la presidente nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso, la misura rappresenta “un’accelerazione violenta” che contraddice gli impegni presi dal Governo di procedere in modo graduale. La norma, inserita nella Legge di Bilancio 2026, punta a garantire circa due miliardi di nuove entrate, che si aggiungono ai 40 miliardi di euro – Iva inclusa – derivanti annualmente dalle accise sui carburanti. Assotir precisa che per il trasporto merci su strada, l’aumento colpirà la maggior parte dei veicoli alimentati a gasolio, con l’esclusione dei mezzi di categoria euro V e VI con massa superiore a 7,5 tonnellate, stimati in circa 300mila unità. Restano invece esposti agli aumenti circa un milione di veicoli, che da soli garantiranno un gettito aggiuntivo di alcune centinaia di milioni di euro.
Manigrasso sottolinea che l’inasprimento delle accise si somma a ulteriori fattori di rischio economico per il settore. A inizio 2026, infatti, potrebbero aggiungersi nuovi rincari dovuti sia agli aumenti dei pedaggi autostradali, autorizzati dalla Consulta con la fine dello stato di emergenza sanitaria, sia all’introduzione del sistema Ets sui noli dei traghetti. Il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, ha messo in evidenza la necessità di una strategia complessiva da parte del Governo per il rilancio dell’autotrasporto professionale. Da un lato, ha affermato, si parla di definire un piano condiviso per il settore; dall’altro, le iniziative finora adottate dai vari ministeri risultano frammentarie e producono l’effetto di penalizzare soprattutto le piccole e medie imprese.
Assotir critica inoltre l’assenza di interventi nei confronti delle realtà che operano in regime di subvezione, ovvero soggetti iscritti all’Albo dell’autotrasporto ma privi di mezzi e autisti propri, che scaricano i costi sulle aziende effettivamente operative. “Per questi intermediari – conclude Manigrasso – gli aumenti di gasolio, pedaggi o Ets non esistono, perché ricadono interamente sulle imprese che trasportano realmente le merci”.































































