L’articolo 26 della Legge di Bilancio 2026 introduce, a partire dal 1° luglio 2026, un divieto generalizzato di compensazione dei crediti d’imposta con i versamenti dovuti a fini previdenziali e assicurativi. La misura, motivata dal Governo come intervento di contrasto alle frodi fiscali, estende a tutte le imprese una limitazione finora riservata agli intermediari finanziari e ai crediti derivanti da agevolazioni edilizie.
Per il comparto dell’autotrasporto questo provvedimento rischia di produrre effetti immediati sulla liquidità, come hanno denunciato diverse associazioni del settore. Spiegano che le aziende del settore utilizzano i crediti d’imposta derivanti dal rimborso delle accise sul gasolio professionale per compensare i debiti fiscali e contributivi. Venendo meno questa possibilità, le imprese dovrebbero attendere mesi per la liquidazione dei crediti, con un impatto stimato di diverse migliaia di euro all’anno per veicolo.
Assotir ha definito la misura “una bomba fiscale per i trasportatori”. Il segretario generale Claudio Donati ha evidenziato che “non è chiaro se il credito d’imposta sulle accise rientri o meno tra quelli non compensabili. Occorre chiarire immediatamente il perimetro della norma per evitare un danno enorme e ingiustificato, che colpirebbe soprattutto le imprese di dimensione minore”. La presidente Anna Vita Manigrasso ha rivolto un appello al ministro dei Trasporti, avvertendo che “se il divieto di compensazione venisse confermato anche per le accise sul gasolio, si valuteranno iniziative di risposta forti, fino alla sospensione del servizio”.
Fai-Conftrasporto condivide le stesse preoccupazioni. Il presidente Paolo Uggè ha definito la disposizione “una stangata sull’autotrasporto che cancella i benefici del recupero accise”. Secondo la federazione, la norma “rende impossibile utilizzare i crediti per sostenere la contribuzione previdenziale, aggravando una situazione già caratterizzata da costi operativi elevati”. Uggè ha chiesto un intervento urgente del Governo per modificare la previsione prima dell’entrata in vigore.
Sulla stessa linea Anita, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica. Il presidente Riccardo Morelli ha sottolineato che “gli effetti sarebbero dirompenti, mettendo a rischio gli equilibri economici delle imprese. Il rimborso accise verrebbe compromesso, impedendo alle aziende di compensare i crediti con la contribuzione Inps e Inail”. Anita chiede quindi l’abrogazione della norma o la sua riscrittura.
Fiap, Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, ha evidenziato come il blocco delle compensazioni “colpirebbe proprio le imprese oneste”, trasformando un credito liquido in un rimborso incerto. Il segretario generale Alessandro Peron ha chiesto che “i crediti accise siano esclusi dal divieto o che sia introdotto un rimborso automatico entro trenta giorni, per evitare un blocco della liquidità di migliaia di aziende”.





















































