L’aggiornamento del rapporto Containers Lost at Sea, pubblicato nel giugno 2025 dal World Shipping Council, restituisce un quadro articolato sulla sicurezza nel trasporto marittimo di container. Se infatti da un lato i dati relativi al 2024 mostrano un aumento delle perdite di container in mare rispetto all’anno precedente, dall’altro complesso il settore conferma una solida tendenza alla riduzione del rischio. La relazione mostra che nel 2024, le portacontainer hanno perso in mare 576 contenitori su circa 250 milioni trasportati. È un dato in crescita rispetto al minimo storico registrato nel 2023, quando ne erano stati persi solo 221. Tuttavia, il numero rimane nettamente inferiore alla media dell’ultimo decennio, pari a 1.274 unità all’anno. In termini relativi, le perdite rappresentano lo 0,0002% del volume totale spedito, un valore quindi molto basso.
Il leggero incremento rilevato lo scorso anno è attribuito principalmente a fattori esterni. Gli attacchi contro le navi mercantili nel Mar Rosso hanno spinto molte compagnie a evitare quella rotta cruciale, dirottando il traffico intorno al Capo di Buona Speranza. Questo cambiamento ha comportato un aumento del 191% dei passaggi navali in quella zona, notoriamente soggetta a condizioni oceaniche severe, con onde alte e imprevedibili causate dalla convergenza di sistemi meteorologici. In quell’area si è concentrato il 35% delle perdite totali del 2024: circa 200 container sono finiti in mare, e tre singoli incidenti, documentati dalla South African Maritime Safety Authority, hanno causato la caduta di 44, 46 e 99 unità.
Il rapporto del Wsc mette comunque in evidenza una tendenza di lungo periodo incoraggiante. Negli ultimi diciassette anni, il numero di container persi ha conosciuto forti oscillazioni, con picchi drammatici come quello del 2013, quando si registrarono 5.578 perdite a causa, in gran parte, del naufragio di un’intera nave. Anche il biennio 2020-2021 ha visto numeri elevati, rispettivamente 3.924 e 2.301 unità, ma negli anni successivi si è avviata una decisa inversione di tendenza. La media mobile triennale per il periodo 2022-2024 si attesta a 489 container l’anno, in netto calo rispetto ai 1.061 del triennio precedente. Per la seconda volta il rapporto include anche i dati sui recuperi: nel 2024, due container sono stati ripescati.
Il Wsc insiste su un principio fondamentale: la sicurezza dei container non può essere demandata a un singolo attore, ma è una responsabilità condivisa lungo tutta la filiera logistica. Ogni soggetto coinvolto – dall’operatore del container al caricatore, dal terminale portuale all’operatore della nave – ha precisi obblighi di controllo, stivaggio, dichiarazione della massa lorda verificata e rispetto dei protocolli tecnici e normativi. Solo una collaborazione puntuale e coordinata può ridurre ulteriormente il rischio di incidenti.
In quest’ottica s’inseriscono una serie di iniziative di respiro internazionale. Il primo gennaio 2026 entrerà in vigore l’obbligo di segnalare tutte le perdite di container all’Organizzazione Marittima Internazionale. Questa modifica al regolamento Solas vuole rafforzare la sicurezza della navigazione e la tutela dell’ambiente marino. Nel frattempo, si avvia alla conclusione il progetto di ricerca TopTier, lanciato nel 2021 e sviluppato con la partecipazione di oltre quaranta soggetti del settore, che presenterà proposte concrete per migliorare regolamenti e standard internazionali.
Il 2025 segna anche l’avvio del nuovo programma per la sicurezza del carico promosso dal Wsc. Il progetto prevede l’uso di strumenti digitali e sistemi d’intelligenza artificiale per individuare merci pericolose non dichiarate o erroneamente classificate, una delle principali cause di incendi a bordo, spesso all’origine delle perdite di container. Un altro fronte critico è il trasporto del carbone: dopo alcuni gravi incendi provocati da una gestione inadeguata, l’industria sta già adottando norme più severe, in anticipo rispetto ai regolamenti Imo che entreranno in vigore nel 2026. Tutte le spedizioni di carbone, infatti, dovranno essere trattate come merci pericolose secondo il Codice Imdg.
I dati alla base del rapporto si fondano su un sondaggio annuale condotto tra le compagnie associate al Wsc, che coprono circa il 90% della capacità globale del trasporto di container. Le informazioni vengono poi estrapolate per includere anche il restante 10%, offrendo così una stima rappresentativa dell’intero settore.