Il 22 maggio 2025, Dhl ha annunciato al Forum Internazionale dei Trasporti dell’Ocse di Lipsia la sperimentazione operativa di un camion di tipo Erev, acronimo di Extended Range Electric Vehicle, ossia veicolo elettrico a raggio esteso. È stato sviluppato da Scania per aumentare l’autonomia della trazione elettrica tramite una soluzione ibrida: ha motore elettrico da 230 kW (295 kW di picco), alimentato da una batteria da 416 kWh e un generatore diesel di supporto da 120 kW, che serve solo per ricaricare le batterie in momenti critici, come per esempio in giornate fredde o quando le colonnine di ricarica sono occupate o non funzionanti. Il motore diesel non è collegato direttamente alla catena cinematica, distinguendo così l’Erev dai camion ibridi convenzionali.
Durante la presentazione del veicolo, che è porta casse mobili lungo 10,5 metri, Dhl ha comunicato i primi risultati della sperimentazione, che sta avvenendo nel trasporto di pacchi tra Berlino e Amburgo. Nei primi cento giorni di uso, il camion ha percorso circa 22mila chilometri, con prestazioni paragonabili a quelle di un puro elettrico ma con una maggiore flessibilità operativa. Il generatore è stato utilizzato solo nell’8,1% dei chilometri percorsi, con un risparmio di oltre il 90% delle emissioni di CO2 rispetto a un camion diesel tradizionale. In termini concreti sono quasi 16 tonnellate di CO2 in meno nel solo periodo di prova. Dal punto vi vista operativo, la motrice può trasportare un migliaio di pacchi e agganciare un rimorchio.
Secondo Tobias Meyer, amministratore delegato di Dhl Group, si tratta di una risposta pragmatica alle attuali carenze infrastrutturali: “Tutti vogliamo meno emissioni e più mobilità elettrica. Ma sappiamo che la transizione richiederà anni, perché le reti elettriche e le infrastrutture di ricarica non sono ancora pronte. Non possiamo permetterci di aspettare: servono soluzioni come l’Erev e decisioni politiche rapide per favorire queste tecnologie ponte”.
La sperimentazione ha messo in evidenza anche un altro aspetto importante: l’affidabilità. Il camion ha percorso con regolarità tratte di circa 250 km, utilizzando quasi esclusivamente energia elettrica da fonti rinnovabili. Dhl afferma che grazie al generatore di riserva, l’Erev garantisce una pianificazione logistica affidabile, eliminando il rischio di fermo mezzo in assenza di colonnine. Ora la società aspetta la prossima generazione di Erev, che avrà prestazioni maggiori, grazie a una batteria da 520 kWh e software in grado di limitare automaticamente l’utilizzo del generatore, garantendo così un tetto massimo alle emissioni.
Dhl valuta positivamente questa prima sperimentazione, ma aggiunge non basta: serve una riconoscibilità normativa per rendere gli Erev una reale alternativa su scala. Dhl ha lanciato un appello affinché le normative europee — a partire dal calcolo dei pedaggi autostradali e dei valori emissivi delle flotte — tengano conto delle emissioni effettive dei veicoli. L’introduzione di una classe di emissioni specifica per i veicoli a riduzione proporzionale delle emissioni, basata su valori certificati, permetterebbe agli Erev di competere ad armi pari con le soluzioni più sostenibili già riconosciute. In nuovo Governo tedesco ha già accolto il sostegno agli Erev nel suo programma e Dhl sollecita una rapida attuazione: “La tecnologia è pronta. Noi siamo pronti. Ora tocca ai decisori politici”, ha concluso Meyer.