La tregua annunciata dal presidente statunitense Trump nel reciproco lancio di missili tra Israele e Iran, che comunque appare ancora fragile, sta progressivamente riaprendo il 24 giugno 2025 i cieli del Medio Oriente. È un primo segnale positivo dopo dodici giorni di escalation militare culminati nell’attacco missilistico iraniano contro una base statunitense in Qatar il 23 giugno, che ha imposto la chiusura dello spazio aereo di Qatar, Bahrein e Kuwait, causando numerose cancellazioni di voli passeggeri e merci.
La riapertura dello spazio aereo ha permesso ai vettori nazionali di riprendere le operazioni nella notte tra il 23 e il 24 giugno. Gli aeroporti di Doha e Dubai, tra i più trafficati al mondo, sono tornati operativi, seppure con misure precauzionali rafforzate. Anche gli scali di Bahrein e Kuwait hanno ripreso le attività, ma le compagnie straniere si muovono con cautela: numerosi voli restano cancellati o deviati.
In particolare, Qatar Airways, compagnia di bandiera qatariota che gestisce oltre l’80% del traffico presso l’Hamad International Airport di Doha, ha ripreso i collegamenti, impiegando personale aggiuntivo a terra per agevolare la ripartenza. Emirates, il maggiore vettore internazionale per traffico passeggeri, ha confermato la ripresa delle operazioni utilizzando rotte alternative per evitare le zone di conflitto. Altre compagnie aeree, però, non hanno ripreso i voli verso il Golfo Persico, come Japan Airlines, che ha interrotto i voli per Doha almeno fino al 27 giugno, e British Airways, che continua a cancellare le tratte verso il Qatar. La mattina del 24 giugno il sito di tracciamento Flightradar24 mostra ancora completamente liberi i cieli di Iran, Iraq e Siria, mentre in quelli di Giordania, Israele e Libano appaiono degli aerei, mentre nei giorni precedenti erano vuoti.