Per ora, i confinanti Emirati Arabi Uniti non hanno chiuso completamente il loro spazio aereo, ma hanno attivato un piano di emergenza aeroportuale per far fronte alle interruzioni dei voli. Questo piano di continuità operativa è stato approvato quando Iran, Iraq, Giordania e Siria hanno chiuso i loro spazi aerei. Le operazioni di volo negli Emirati Arabi Uniti rimangono largamente inalterate nonostante l'escalation militare in Medio Oriente.
Decine di compagnie aeree, colte di sorpresa dalla decisione, stanno cercando individuare rotte alternative per i propri velivoli in zona o che secondo i piani originari sarebbero dovuti passare nei cieli del Qatar. Non è al momento chiaro quando si potrà riaprire. La chiusura colpisce in particolare i vettori locali: Emirates, Qatar Airways, FlyDubai, tra i più attivi nei voli intercontinentali. Diversi voli sono dirottati verso l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti o gli scali di partenza.
La chiusura di vasti spazi aerei mediorientali ha costretto le compagnie aeree a disegnare nuove rotte tra Europa e Asia. Pakistan e Afghanistan sono emersi come corridoi vitali, con i sorvoli dell'Afghanistan aumentati del 500%, passando da una media di 50 a 280 voli giornalieri dal 13 giugno, mentre lo spazio aereo dell'Arabia Saudita ha visto raddoppiare il traffico a circa 1.400 sorvoli giornalieri, rispetto ai 700 di metà maggio.