La bancarotta di Nikola, società statunitense nata per lo sviluppo di veicoli commerciali elettrici, giunge all’epilogo con l’asta dei suoi assetti, che è gestita da Gordon Brothers. All’incanto ci saranno beni per un valore stimati di 114 milioni di dollari, tra cui spiccano 103 trattori stradali a idrogeno, comprese le attrezzatura per lo stoccaggio e il rifornimento. È escluso invece lo stabilimento e gli uffici della sede, che sono già stati acquisiti da Lucid Motors, un produttore di autovetture elettriche.
Il lotto principale dell'asta comprende i camion a idrogeno, che sono completamente funzionanti e che consentono un'autonomia di 800 chilometri. Questi veicoli rappresentano l’apice degli sforzi ingegneristici di Nikola. Oltre ai veicoli, l'asta include 65 moduli completi di stack di celle a combustibile a idrogeno, componenti essenziali per la propulsione dei camion e potenzialmente validi anche per altre applicazioni nel settore dell'energia a idrogeno. Il catalogo comprende inoltre numerosi componenti aggiuntivi come batterie di ricambio, pneumatici, assali, componenti di sterzo e freni, compressori d'aria e convertitori DC, offrendo un'ampia gamma di parti che potrebbero interessare produttori di veicoli commerciali, officine specializzate o aziende di ricondizionamento.
Un aspetto interessante dell'asta riguarda le attrezzature specializzate per la produzione, lo stoccaggio e il rifornimento di idrogeno sviluppate da Nikola. Tra queste figura un laboratorio completo per il collaudo delle celle a combustibile, una risorsa preziosa per aziende impegnate nella ricerca e sviluppo in questo settore emergente. Gordon Brothers sta inoltre mettendo all'asta attrezzature per stazioni di rifornimento di idrogeno sia stazionarie che mobili, insieme a diversi rimorchi per camion progettati specificamente per il trasporto dell'idrogeno alle stazioni di rifornimento. Questi assetti sono quindi un'opportunità per le aziende che intendono entrare nel mercato dell'idrogeno o espandere le proprie capacità esistenti, potendo acquisire infrastrutture già sviluppate piuttosto che investire nello sviluppo da zero. È importante notare che Nikola aveva avviato lo sviluppo di una propria produzione di idrogeno e di una rete di stazioni di rifornimento sotto il marchio Hyla, con l'ambizioso obiettivo di costruire sessanta stazioni entro la fine del 2026, sebbene al momento del fallimento ne fossero state realizzate solo tre.
Il 20 febbraio 2025, a soli undici anni dalla sua nascita, Nikola presentò la domanda istanza di fallimento secondo il Capitolo 11 del Codice Fallimentare degli Stati Uniti presso il tribunale fallimentare del Delaware, perché a quella data la società disponeva di circa 47 milioni di dollari in contanti, un importo insufficiente per sostenere le operazioni a lungo termine e per un eventuale rilancio. Nonostante i tentativi di mantenere operative alcune funzioni limitate, come il supporto per i camion già in circolazione, fino alla fine di marzo 2025, l'azienda ha riconosciuto la necessità di trovare finanziatori per sostenere tali attività oltre quel termine. L'incapacità di attrarli investitori ha portato alla decisione finale di procedere con la liquidazione completa degli assetti.
Il declino di Nikola è significativo considerando il suo passato promettente e le innovazioni che aveva introdotto nel mercato. L'azienda era riuscita a portare sul mercato nordamericano i primi camion elettrici di Classe 8 a celle a combustibile a idrogeno disponibili commercialmente. Inoltre, aveva sviluppato la rete di rifornimento di idrogeno Hyla, che collegava la California settentrionale a quella meridionale, con l'obiettivo di creare l'infrastruttura necessaria per supportare i veicoli a idrogeno. I clienti di Nikola avevano accumulato circa 5,3 milioni di chilometri con le flotte di camion a batteria e a celle a combustibile, mentre la rete di rifornimento Hyla aveva erogato oltre 330 tonnellate di idrogeno. Questi risultati dimostrano che, nonostante il fallimento finale, Nikola aveva effettivamente contribuito in modo significativo allo sviluppo di soluzioni di trasporto a zero emissioni, lasciando un'eredità di innovazione tecnologica che potrebbe essere ripresa da altri attori del settore.
L'asta degli asset di Nikola si svolge però in un momento difficile per l'industria dell'idrogeno, che sta affrontando numerose sfide nel tentativo di affermarsi come alternativa energetica praticabile nel settore dei trasporti. Negli Stati Uniti il settore sta incontrando nuove difficoltà anche sul fronte politico, poiché i Repubblicani alla Camera dei Rappresentanti stanno cercando di revocare gli incentivi finanziari per l'energia a idrogeno che erano stati approvati dall'ex presidente Biden, come parte di un più ampio sforzo per smantellare le sue iniziative climatiche.
Nonostante queste sfide, l'idrogeno continua a essere considerato una tecnologia promettente per alcuni segmenti dei trasporti, in particolare per i veicoli industriali che operano nel lungo raggio. L'idrogeno offre infatti vantaggi in termini di tempi di rifornimento rapidi e autonomia estesa rispetto ai veicoli elettrici a batteria. Restano da superare ostacoli legati alla produzione, allo stoccaggio e alla distribuzione dell'idrogeno, insieme ai costi elevati dell'infrastruttura necessaria, che stanno rallentando l'adozione di questa tecnologia.