Finora, il processo di digitalizzazione dei porti ha causato uno spreco di denaro ed è fermo. Questa è la denuncia lanciata il 30 gennaio 2023 dal vicepresidente e responsabile del progetto digitalizzazione di Federlogistica Conftrasporto, Davide Falteri. Tenendo contro che la digitalizzazione dei porti è una necessità per i trasporti, egli spiega, “a oggi non risulta speso un singolo euro delle risorse messe a disposizione a questo fine dal Pnrr”.
Falteri aggiunge che “per costruire un futuro sarebbe necessario definire una chiara visione d’insieme e non ripercorrere gli errori del passato. Per evitare un nuovo fallimento dopo l’esperienza di Uirnet e le decine di milioni spesi, occorre implementare subito nuove strategie che consentano operativamente di procedere in tema di digitalizzazione, non solo per evitare un macroscopico spreco di risorse pubbliche ma anche per rendere più competitivo il settore”.
L’associazione della logistica chiede quindi al ministero dei Trasporti “un repentino cambio di passo per evitare un nuovo fallimento dopo l’esperienza di Uirnet facendo chiarezza sulle funzioni di Ram Rete Autostrade Mediterranee e sui Port Community Systems, Pcs”. Su quest’ultimo fronte “non sono emersi sviluppi significativi”. Il 31 marzo scadrà la proroga del servizio a Genova e finora non si parla di una nuova gara, “col rischio di una brusca interruzione di un servizio essenziale”.
Falteri sottolinea che negli altri porti la situazione non è migliore: “Alcune Autorità stanno valutando di inserire il Pcs tra i servizi di interesse generale, sottoponendoli quindi a una conseguente regolamentazione da parte della Autorità di Regolazione dei Trasporti. Molte Autorità, in carenza di indicazioni univoche, dispongono ancora di Port Community Systems e quelli esistenti non dialogano tra loro”.
Più in generale, sulla digitalizzazione “non è ancora chiaro quali siano le priorità che si vogliono dare a supporto di imprese che, a partire dalla cyber security, necessitano di supporto concreto”. Il Pnrr prevede 250 milioni di euro per implementare la piattaforma digitale logistica nazionale, ma questi fondi “rischiano di essere destinati dal Governo ad altre attività a causa dei ritardi che si stanno accumulando”.
Falteri conclude denunciando che “oggi la piattaforma nazionale rischia di alimentare solo strutture aziendali e consulenti che, al momento, non hanno prodotto alcun risultato significativo. Federlogistica, per contro, ha elaborato un grande progetto di digital community al quale hanno già aderito molte e importanti realtà e che può diventare da subito la base sulla quale edificare la piattaforma nazionale in modo serio, strutturato e trasparente”.