Otto tra i maggiori produttori di rimorchi per veicoli industriali di Germania e Austria hanno presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro il Regolamento UE 2024/1610 del 14 maggio 2024. Sono Fliegl Fahrzeugbau, Kögel Trailer, Krone Commercial Vehicle, Langendorf, Schmitz Cargobull, System Trailers Fahrzeugbau, Wecon e Schwarzmüller, aziende che coprono oltre l’80% delle immatricolazioni annuali in Germania e circa il 70% del mercato europeo. L’iniziativa è sostenuta anche dalle principali associazioni di categoria tedesche e austriache.
Il gruppo presentò già presentato un primo ricorso presso il Tribunale generale dell’Unione Europea (causa T-456/24), che però è stato respinto per mancanza d’interesse individuale diretto. Quindi hanno proseguito con l’appello alla Corte di Giustizia, tuttora pendente. Secondo i ricorrenti, il Regolamento crea oneri sproporzionati e rischia di compromettere la sostenibilità economica di gran parte del settore. Le aziende stimano un impatto sui costi che potrebbe tradursi in rincari fino al 40% sul prezzo dei rimorchi e in una minaccia a oltre 70mila posti di lavoro, inclusa l’occupazione dell’indotto.
Le motivazioni del ricorso si concentrano soprattutto sullo strumento di simulazione Vecto-Trailer, ritenuto inadeguato a rappresentare le reali condizioni operative. Secondo i costruttori, questo sistema premierà rimorchi più leggeri o più bassi, ma tali modifiche riducono la capacità di carico, aumentano i viaggi a vuoto e rischiano di aumentare traffico ed emissioni complessive. “Uno strumento che simula risparmi di CO2, mentre in realtà più camion sono sulla strada, contraddice gli obiettivi climatici”, ha dichiarato il portavoce Gero Schulze Isfort.
I produttori hanno quindi formulato tre richieste: abolire il Vecto-Trailer, introdurre una moratoria sulle sanzioni fino alla disponibilità di tecnologie adeguate e applicare un fattore di correzione che tenga conto dell’uso di veicoli trainanti a zero emissioni. Le contestazioni hanno ricevuto il sostegno delle associazioni tedesche Vda, Zkf e Bgl, che sottolineano i rischi per la competitività e la sproporzione degli obblighi di certificazione anche per i piccoli costruttori.
Il Verband der Automobilindustrie (Vda), che rappresenta l’intera filiera automobilistica tedesca, ha segnalato obiettivi di riduzione delle emissioni definiti “irrealistici” e difficilmente raggiungibili. L’associazione ha evidenziato l’assenza di un allineamento tra le innovazioni tecniche già implementate sui rimorchi e i parametri calcolabili nel sistema Vecto. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulle categorie di rimorchi speciali, come quelli caricabili su rotaia, i modelli a doppio piano, i pianali mobili e i refrigerati con più comparti, che non trovano un adeguato riscontro nella normativa e rischiano di subire penalizzazioni ingiustificate.
Il Zentralverband Karosserie- und Fahrzeugtechnik (Zkf), che rappresenta 3.200 imprese con circa 40mila addetti, ha posto l’accento sulla complessità e sui costi della certificazione CO2. L’obbligo riguarda tutti i rimorchi e semirimorchi delle classi O3 e O4 con costruzioni a cassone, senza distinzione tra grandi e piccoli costruttori. Per le aziende minori, i costi di certificazione attraverso l’Autorità federale Kba risultano particolarmente onerosi. Il Zkf ha cercato di rendere più accessibili le procedure, per esempio attraverso la possibilità di certificazione affidata a organismi tecnici come Tüv Rheinland e Tüv Süd.
Il Bundesverband Güterkraftverkehr Logistik und Entsorgung (Bgl), che riunisce le imprese del trasporto merci su strada, logistica e smaltimento, ha espresso un sostegno pieno al ricorso. Il direttore Dirk Engelhardt ha definito “assurdo” imporre obiettivi di riduzione a veicoli che non emettono direttamente CO2, come i rimorchi, sottolineando il rischio di aggravare i costi senza effetti reali sulle emissioni complessive. Secondo il Bgl, servono politiche aperte a diverse tecnologie, in grado di garantire riduzioni concrete delle emissioni anziché vincoli burocratici.
In Austria, la Wirtschaftskammer Österreich (Wkö), che rappresenta 40mila imprese dei trasporti e della logistica, ha espresso una posizione critica verso un approccio regolatorio eccessivamente rigido. Nel documento di strategia europea 2025-2029, l’associazione ha ribadito l’importanza della neutralità tecnologica e della diversificazione delle soluzioni. L’associazione si oppone a divieti generalizzati dei motori a combustione, sostenendo invece un portafoglio di tecnologie che includa veicoli elettrici a batteria, idrogeno, biocarburanti e carburanti sintetici. Ha inoltre richiesto quote di miscelazione realistiche per i carburanti alternativi e maggiori investimenti in ricerca e sviluppo a livello europeo. La Wkö sottolinea che le politiche devono essere pragmatiche e aderenti alle dinamiche reali del mercato, rilevando che la diffusione della mobilità elettrica non procede con la rapidità prevista dalle istituzioni europee.
Il Regolamento UE 2024/1610, entrato in vigore il 1° luglio 2024, modifica la normativa 2019/1242 introducendo obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 anche per i rimorchi. Dal 2030 i semirimorchi dovranno garantire un miglioramento del 10% e gli altri rimorchi del 7,5%, valori calcolati esclusivamente attraverso simulazioni Vecto-Trailer. In caso di mancato rispetto degli obiettivi, la norma prevede sanzioni di 4.250 euro per veicolo e per grammo di CO2 per tonnellata-chilometro.


































































