Il trasporto ferroviario merci in Italia riceve un sostegno concreto: Rete Ferroviaria Italiana ha annunciato l’anticipo al 2025 dell’entrata in vigore del nuovo sistema tariffario di accesso all’infrastruttura, originariamente previsto per il periodo 2026-2029. Una scelta che si traduce in una rilevante riduzione del pedaggio medio per i treni merci – di circa 80 centesimi al chilometro – e che comporterà, già nel secondo semestre 2025, un impatto economico stimato in venti milioni di euro. La misura è stata accolta con favore dagli operatori del settore e dalle associazioni di categoria, in particolare da Fermerci, che l’ha definita “un segnale concreto e necessario” per un comparto alle prese con sfide importanti.
Il sistema tariffario per l’accesso alla rete ferroviaria italiana si fonda su periodi regolatori quinquennali, disciplinati dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. La normativa di riferimento – tra cui spicca la Delibera Art 95/2023 – impone l’adozione di criteri proporzionali ai costi direttamente legati alla prestazione del servizio ferroviario, in conformità con la Direttiva Europea 34/2012. Rfi ha fissato il costo diretto unitario per l’anno base 2023 in 0,88 euro/km, calcolato su un costo complessivo di 333 milioni di euro e un volume regolatorio di 376 milioni di treni-km.
Il processo di approvazione delle tariffe ha seguito un percorso complesso. Dopo una prima proposta presentata da Rfi nel settembre 2023 per il periodo 2024-2028, l’Art ha messo in evidenza diversi punti critici nella Delibera 187/2023. Tali osservazioni sono state poi riprese nella Delibera 38/2024, che ha posto le basi per una nuova proposta da parte di Rfi. Il punto di svolta è arrivato con la Delibera 165/2024 del 20 novembre, che ha ridefinito il periodo tariffario: 2023 come anno base, 2024 come anno ponte e il quinquennio 2025-2029 come nuovo orizzonte regolatorio.
Grazie all’anticipo dell’applicazione del sistema, dal 1° luglio 2025, i treni merci beneficeranno di una riduzione del 33% sui pedaggi medi. In un contesto segnato da importanti interruzioni della rete, dovute agli investimenti infrastrutturali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, questa misura rappresenta un sollievo concreto per gli operatori del settore. La decisione risponde alle richieste avanzate da Fercargo nel settembre 2024 durante l’evento MercinTreno e successivamente sostenute da Fermerci, anche in occasione della presentazione del suo rapporto annuale 2025.
Il provvedimento giunge in un periodo difficile per il trasporto ferroviario merci in Italia. Oltre ai cantieri del Pnrr, che hanno un frote impatto negativo sulla disponibilità della rete, gli operatori devono confrontarsi con dinamiche economiche e logistiche in continuo cambiamento. In questo contesto, la riduzione dei costi di accesso all’infrastruttura ferroviaria rappresenta non solo un incentivo economico, ma anche un sostegno alla competitività e alla resilienza del settore.
Intanto Fercargo prosegue il proprio impegno su più fronti: adeguamento della norma merci, finanziamento dell’Ertms di bordo, semplificazione dell’operatività (agente solo), sviluppo dei treni pesanti, miglior coordinamento dei cantieri. Sul fronte europeo, le associazioni italiane collaborano attivamente con Erfa e Confetra per realizzare uno spazio ferroviario unico competitivo, promuovendo l’adozione di un linguaggio unico per i macchinisti, la digitalizzazione e una più efficiente regolazione della capacità.