Dal primo gennaio 2026 la Bulgaria entrerà nell’area euro con l’adozione della moneta unica europea. La svolta avviene in seguito a un lungo cammino di avvicinamento alla legislazione comunitaria. Non si tratta di un fatto simbolico, ma è la dimostrazione di un Paese sempre più integrato, non solo nell’economia, ma anche nelle infrastrutture con il resto del continente.
Non deve dunque sorprendere la decisione assunta dalle autorità di Sofia insieme a quelle macedoni di Skopje di realizzare il primo valico ferroviario di frontiera tra i due Paesi.
Entrambi gli stati stanno investendo per sviluppare l’asse ferroviario che collegherà la capitale bulgara con Kumanovo, la seconda città più grande della Macedonia del Nord. All’interno di questo itinerario, e opera simbolica è il nuovo tunnel lungo 2,4 chilometri che collegherà la linea che arriva a Gyueshevo in Bulgaria con la macedone Deve Bair e che dovrebbe essere in esercizio entro il 2028.
L’intervento al confine tra i due Paesi rientra nel programma di Connecting Europe Facility 2021-2027 con un finanziamento comunitario di 69 milioni di euro. Per la parte di propria competenza, la Bulgaria stima che la modernizzazione della linea da Sofia al confine con la Macedonia del Nord comporterebbe un investimento di oltre 1,5 miliardi di euro. Mentre la Macedonia del Nord ha già adeguato la linea tra Kumanovo e Beljakovce lunga poco più di 30 chilometri e sta realizzando una nuova tratta da quest’ultimo nodo fino al confine con la Romania, da realizzare in due fasi.
Il collegamento ferroviario tra i due Paesi apre nuove prospettive per tutta l’Europa sudorientale. La nuova direttrice diventerebbe una sezione chiave del Corridoio VIII, il percorso multimodale che inizia idealmente dai porti adriatici italiani fino ad arrivare sulla costa orientale bulgara del Mar Nero. Gran parte della tratta ferroviaria del corridoio, che si estenderà dai porti albanesi di Durazzo e Valona ai porti bulgari di Varna e Burgas, è tuttora in costruzione per uno sviluppo di 600 chilometri.
La Bulgaria non sta investendo solo nel corridoio con la Macedonia del Nord, ma ha in progetto altre opere significative per dare una svolta alla propria rete ferroviaria. Occorre ricordare che le relazioni ferroviarie tra il nord e il sud sono complicate dalla presenza della catena di Stara Planina nei Monti Balcani che di fatto dividono in due il Paese. Per questo motivo il governo bulgaro intende realizzare tre gallerie ferroviarie che andrebbero a beneficio soprattutto del trasporto merci su rotaia.
Il primo tunnel tra Stolnik e Mezdra, situato nella Bulgaria occidentale, creerebbe un percorso aggiuntivo a nord-est di Sofia lungo il corridoio che collega la Grecia alla Romania. Quello che va da Hristo Danovo a Trojan favorirebbe invece un nuovo collegamento nord-sud, in quanto le due località non sono attualmente connesse a causa della presenza della catena montuosa. Il terzo tunnel attraverserà il passo di Hainboaz (o passo della Repubblica), costituendo così un’alternativa al percorso montuoso nel centro del Paese.
Tutti i percorsi sono stati progettati tenendo conto del trasporto merci su rotaia, in quanto le pendenze non superano mai il due per mille, un valore ideale per il transito di treni di massa elevata secondo lo standard europeo e senza ricorrere alla doppia trazione, riducendo così i costi anche a vantaggio della competitività del trasporto. I progetti saranno finanziati attraverso una collaborazione pubblico-privati. Oltre all'ambizioso progetto per questi tre nuovi tunnel, il Paese sta lavorando all'apertura di un nuovo valico ferroviario di frontiera con la Turchia e sta investendo nei terminal intermodali e nel porto di Burgas.
Piermario Curti Sacchi































































