Parlare di ostruzionismo è certamente un’espressione fuori luogo, però sta di fatto che le Autorità francesi non hanno mai offerto, almeno all’apparenza, la percezione di impegnarsi a mettere ai primi posti dell’agenda la completa riapertura in tempi accettabili della ferrovia internazionale del Frejus. Dopo la frana del 10 agosto 2023, avvenuta in territorio francese, Sncf Réseau ha avviato un piano di recupero giudicato da molti come eccessivamente prudente. Dietro motivazioni e giustificazioni di tipo tecnico, in particolare per garantire la massima sicurezza durante gli interventi, la ricostruzione della linea ha comportato quasi diciannove mesi di chiusura. La riapertura all’esercizio è avvenuta il 31 marzo 2025, ma limitatamente ai soli treni passeggeri veloci, Frecciarossa e Tgv. Per la ripresa del traffico merci, oltretutto molto parziale, si è dovuto aspettare solo la seconda settimana di aprile.
Ma ora si prospetta un’altra novità che non depone di certo a favore dell’accorta gestione del cronoprogramma dei lavori da parte del gestore della rete ferroviaria francese. Sncf Réseau da tempo aveva programmato i lavori di manutenzione straordinaria della linea, come il rinnovo dell’armamento, interventi che di norma hanno pesanti ricadute sulla circolazione perché richiedono la chiusura parziale della linea in determinate fasce orarie oppure l’indisponibilità di uno dei due binari di corsa, con il rischio di soppressione di numerosi treni, in primo luogo quelli merci.
Nonostante il gestore della rete francese si sia distinto in molte occasioni per l’efficienza della manutenzione straordinaria con il programma di interventi conosciuto come Suite Rapide, questa volta sembra non aver valutato con attenzione la tempistica degli interventi. La logica avrebbe voluto che si fosse approfittato della chiusura della linea per svolgere i lavori di manutenzione straordinaria con il vantaggio di non avere i binari in esercizio, ma soprattutto senza creare disservizi per la circolazione. E invece, secondo quanto risulta, così non è stato: Sncf Réseau ha eseguito solo lavori marginali e con quelli di maggiore portata, che saranno quindi portati avanti a linea ferroviaria riaperta con tutti i disagi del caso. E si parla di non meno di un anno di cantieri.
Come se non bastasse, dopo aver perso con la chiusura della linea una fetta importante di traffico merci, passato alla strada e difficilmente recuperabile almeno in tempi brevi, si pone il nodo del futuro dell’Autostrada ferroviaria alpina (Afa), il servizio intermodale offerto tra i terminal di Orbassano in Italia e di Aiton in Francia. La Rola utilizzata soprattutto per l’inoltro di merci classificate pericolose è sempre stata sovvenzionata in quanto c’è l’esigenza di equilibrare i costi del servizio rispetto alle tariffe applicate.
Questi incentivi sono scaduti e Sncf Réseau non ha ancora confermato la garanzia a mantenere il servizio. Oltretutto i relativi contributi devono ricevere l’approvazione dalle autorità di Bruxelles e i tempi quindi non si prospettano molto stretti. Una conferma ufficiale della sospensione del servizio, secondo gli operatori, non è mai arrivata, quindi si resta in attesa degli eventi. Ma comunque sia, nella migliore delle ipotesi si parla di ripresa del servizio non prima dell’autunno 2025.
Piermario Curti Sacchi