Si avviano a conclusione le prove per la messa in servizio anche in Italia di una delle locomotive più innovative e una delle poche espressamente progettate e realizzate per il servizio merci. È la Euro 9000 prodotta dalla società svizzera Stadler. La novità del progetto può solo in parte giustificare i lunghissimi tempi di messa a punto: basti pensare che il primo esemplare è giunto in Italia nel luglio 2021, quando sono stati avviati le prime prove di certificazione e solo nel marzo 2025, dopo quasi quattro anni, sono iniziate quelle in linea.
Questo fatto la dice lunga su quanto siano laboriose le pratiche burocratiche. Occorre infatti ricordare che la famiglia Euro 9000 è prodotta da Stadler già dal 2020 ed essendo una macchina interoperabile, nel frattempo, ha già ottenuto diverse autorizzazioni dalle altre reti europee, per esempio nel marzo 2023 da Germania e Austria e nel dicembre dello stesso anno anche da Belgio e Paesi Bassi. In Italia, Rfi si è dimostrata molto prudente, anche perché le Euro 9000 presentano una soluzione tecnica non convenzionale, la trazione su sei assi raggruppati in due carrelli, quindi con tre assi ciascuno, secondo lo schema di rodiggio Co’Co’ nella classificazione tipica della ferrovia.
È da anni che il Gruppo Fs ha abbandonato la formula delle locomotive a sei assi: le più recenti, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, sono state quelle della famiglia E.652, note come Tigri, ma con tre carrelli formati da due assi ciascuno. La formula delle sei assi ha perso progressivamente terreno, sostanzialmente per due motivi: il primo è che l’evoluzione tecnologica ha reso sempre più affidabili, potenti e universali le più semplici quattro assi, adatte a tutti i servizi passeggeri e merci, il secondo è la maggiore aggressività sul binario da parte delle sei assi, cosa che comporta un aumento dei costi di manutenzione della linea.
Ma ora la tecnologia e l’elettronica hanno consentito di superare tutti i vecchi limiti. Per esempio, nelle Euro 9000 i tre assi disposti su due carrelli sono equipaggiati con motori asincroni trifase, ma soprattutto sono dotati di un sistema di controllo del singolo asse per evitare slittamenti e garantire un migliore sforzo di trazione e quindi meno soggezioni sul binario. Questo aspetto ha reso possibile realizzare una locomotiva potentissima, al vertice per prestazioni sul mercato europeo: prendendo in prestito il soprannome dato all’ottocentesca macchina progettata per la ferrovia dei Giovi, si potrebbe chiamare il Mastodonte dei valichi.
Sotto la più performante alimentazione alternata a 25 kV, raggiunge una potenza fino a 9 MW, rispetto a una potenza media di 6 MW erogata dalle più moderne macchine a quattro assi. Grazie a questo aspetto può trainare treni merci pesanti anche su percorsi acclivi, gli stessi che normalmente richiederebbero la doppia trazione, mentre in questo caso basta una sola macchina con un notevole risparmio sui costi d’esercizio.
La vocazione delle Euro 9000 è quella di operare sui grandi corridoi ferroviari merci europei. Per questo motivo è una macchina politensione, e precisamente quadricorrente, vale a dire 1.5 e 3.0 kV in continua, 15 e 25 kV in alternata (con quattro differenti pantografi), inoltre dispone di un modulo diesel e di un pacco di batterie che le conferiscono tre diversi sistemi di propulsione: elettrico, diesel e a batteria (quest’ultimo a potenza ridotta).
Inutile sottolineare che è equipaggiata come standard con il sistema di segnalamento europeo Etcs, ma può montare tutti i diversi pacchetti nazionali, inclusi i sistemi di protezione automatica che la rendono una vera macchina a dimensione europea. Secondo la classificazione universalmente adottata dalle ferrovie europee è indicata come configurazione Dachinlb, vale a dire adatta a circolare senza limitazioni in Germania, Austria, Svizzera, Italia, Paesi Bassi e Belgio. O almeno lo sarà anche in Italia, una volta conclusa l’Amis, l’autorizzazione alla messa in servizio. A quel punto potrà esprimere il meglio di sé sui valichi e numerosi esemplari sono già stati acquisiti nel parco mezzi di trazione dalle società di noleggio.
Piermario Curti Sacchi