"Le ferrovie europee si stanno avvicinando a uno snodo di grande importanza. Di fronte alla stagnazione o al declino del mercato ferroviario in molti paesi europei la scelta da compiere è semplice. Possiamo adottare ora le decisioni drastiche necessarie per ristrutturare il mercato ferroviario europeo al fine di incoraggiare l'innovazione e la fornitura di servizi migliori - spiega Siim Kallas, vicepresidente della Commissione responsabile per i trasporti – e allora le ferrovie potranno tornare a crescere a beneficio dei cittadini, delle imprese e dell'ambiente. O possiamo imboccare l'altro binario, ossia accettare il declino irreversibile verso un'Europa in cui le ferrovie costituiscano un giocattolo di lusso per pochi paesi ricchi, ma siano economicamente insostenibili nella maggior parte degli altri data la scarsità di fondi pubblici disponibili".
Riguardo alle norme ed alle omologazioni, la Commissione intende ridurre le spese amministrative delle imprese ferroviarie e favorire l'ingresso di nuovi operatori sul mercato. In pratica, le autorizzazioni all'immissione dei veicoli sul mercato e del certificato pan-UE di sicurezza degli operatori non saranno più rilasciate dai singoli Stati, bensì dall'Agenzia ferroviaria europea. Ciò permetterebbe, secondo la Commissione, di ridurre del venti percento sia i tempi necessari a una nuova impresa ferroviaria per entrare sul mercato, sia il costo e la durata della procedura di autorizzazione del materiale rotabile, con un risparmio complessivo previsto per le imprese dell'ordine di 500 milioni di euro entro il 2025. In questo modo, la Commissione intende aprire a nuovi operatori e servizi il trasporto nazionale di passeggeri per ferrovia dal dicembre 2019.
Il secondo punto qualificante del pacchetto è la divisione tra gestione della infrastruttura e quella del servizio. "Sulla scorta dei numerosi reclami presentati dagli utenti, la Commissione ritiene che i gestori dell'infrastruttura debbano essere operativamente e finanziariamente indipendenti da tutti gli operatori che assicurano la circolazione dei treni. Ciò è essenziale per eliminare i potenziali conflitti di interesse e garantire a tutte le imprese un accesso non discriminatorio alla rotaia", scrive la Commissione Europea in una nota. Ma in questo caso i paletti non sono ancora molto rigidi. Se da un lato, infatti, "La proposta conferma che la separazione istituzionale è il modo più semplice e trasparente per conseguire questo obiettivo", dall'altro "La Commissione può tuttavia accettare che l'indipendenza necessaria sia garantita da una struttura di holding integrata verticalmente, ma solo in presenza di invalicabili muraglie cinesi che garantiscano la necessaria separazione sul piano legale, finanziario e operativo".
Per evitare sotterfugi in questo senso è adottato un provvedimento secondo cui, "Per tutelare tale indipendenza e in prospettiva della piena apertura del mercato passeggeri nel 2019, alle imprese ferroviarie inserite in una struttura a integrazione verticale potrà essere vietato di operare in altri Stati membri se non saranno in grado di dimostrare alla Commissione che sono state adottate tutte le clausole di salvaguardia per assicurare condizioni paritarie nella pratica e che nel loro mercato nazionale è possibile una concorrenza leale".
Ora, il pacchetto ferroviario sarà inviato al Parlamento europeo, che dovrà approvarlo in una delle prossime sedute plenarie. Prima di diventare operativo, il testo dovrà anche essere approvato dagli Stati membri.
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