Dopo un aprile segnato da un forte rallentamento, il trasporto aereo merci ha registrato un deciso rimbalzo nel mese di maggio. I dati pubblicati il 6 giugno 2025 da WorldAcd Market Data mostrano un aumento del 4% su base mensile dei volumi trasportati, compensando la flessione del 7% registrata il mese precedente. Questo recupero è avvenuto in un contesto ancora instabile, influenzato da fattori geopolitici e festività internazionali che hanno pesato sia sulla domanda che sull’offerta.
A incidere in modo determinante sull’andamento di maggio è stato l’accordo parziale raggiunto il 12 del mese tra Stati Uniti e Cina, che ha portato alla sospensione o cancellazione di alcuni dazi, attenuando anche le modifiche introdotte al regime "de minimis" sulle merci a basso valore. Questa apertura ha riattivato in modo significativo il traffico tra Cina e Stati Uniti nella seconda metà del mese, riportando i volumi quasi ai livelli di inizio aprile dopo un forte calo nella prima metà di maggio.
L’incremento dei volumi ha interessato tutte le principali regioni d’origine del cargo aereo, ad eccezione dell’America Centrale e Meridionale, dove la dinamica resta negativa. Su base annua, il traffico globale è stato trainato in particolare da Asia-Pacifico (+7%), Europa (+4%) e America Latina (+3%), con crescite più contenute da Africa (+2%) e Nord America (+1%), mentre il Medio Oriente e l’Asia meridionale sono rimasti stabili rispetto ai livelli elevati del 2024.
La ventiduesima settimana (26 maggio - 1 giugno), pur segnando la chiusura di un mese positivo, ha però segnato una battuta d’arresto. I volumi globali sono scesi dell’8% rispetto alla settimana precedente, penalizzati da giornate festive come il Memorial Day negli Stati Uniti e l’Ascensione in vari paesi europei. Il calo è stato particolarmente marcato in Nord America e in Europa, dove si sono registrate rispettivamente flessioni del 13% e dell’11% su base settimanale. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i volumi complessivi sono rimasti sostanzialmente stabili, con l’Asia-Pacifico che ha compensato i cali registrati altrove.
Dal punto di vista dei noli, i valori hanno mostrato una moderata ripresa nel brevissimo termine. Nella ventiduesima settimana le tariffe medie globali sono aumentate del 3% rispetto a quella precedente, raggiungendo i 2,44 dollari al chilo, valore molto vicino a quello dello stesso periodo del 2024. Tuttavia, considerando l’intero mese di maggio, i prezzi sono ancora inferiori rispetto ad aprile (-4%) e all’anno scorso (-3%), segnando la prima vera discesa su base annuale da oltre un anno. Questo calo generalizzato ha coinvolto quasi tutte le regioni, con l’eccezione dell’Africa, mentre il Medio Oriente e l’Asia meridionale hanno visto una contrazione marcata dei noli del 14% rispetto a maggio 2024.
Particolare attenzione continua a concentrarsi sul corridoio Cina–Stati Uniti, che si conferma molto volatile. Dopo un’impennata del 15% nei prezzi spot nella settimana 21, la settimana successiva ha segnato un’ulteriore lieve crescita dell’1%, portando la tariffa a 4,49 dollari al chilo. Si tratta di un valore superiore del 6% alla media annua, ma ancora inferiore del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le tariffe da Hong Kong verso gli Stati Uniti sono cresciute del 9% su base settimanale, confermando un trend rialzista per la seconda settimana consecutiva. Sul fronte della domanda, invece, i volumi combinati Cina-Hong Kong verso gli Usa sono scesi del 3% rispetto alla settimana precedente e risultano ancora inferiori dell’8% rispetto al 2024.
Anche i collegamenti tra Cina e Europa hanno registrato un lieve aumento nei prezzi spot, saliti rispettivamente del 3% e del 2% da Cina e Hong Kong, ma restano inferiori alla media dell’anno in corso. I volumi su questa direttrice sono diminuiti del 5% nella settimana 22 rispetto a quella precedente, pur mantenendosi ben al di sopra (+13%) rispetto all’anno passato.
A livello regionale, l’Africa si distingue per una domanda robusta e in crescita del 6% su base annua, con un’offerta che non tiene il passo e un conseguente rialzo dei prezzi. L’Asia-Pacifico mostra una dinamica opposta: l’offerta cresce rapidamente, ma la domanda annua resta in calo, con i noli che però reggono grazie alla domanda intra-regionale, trainata soprattutto da e-commerce e high-tech.
Il Medio Oriente e l’Asia meridionale vedono un calo marcato dei volumi rispetto al 2024, ma beneficiano di un mix merceologico più remunerativo, come il farmaceutico e le spedizioni express. L’Europa si mantiene su livelli stabili, mentre il Centro-Sud America continua a rappresentare un’area di debolezza, con cali diffusi di domanda e offerta e noli in discesa. In Nord America, l’eccesso di capacità belly offerta dai voli passeggeri post-pandemia continua a comprimere i prezzi.
Nel complesso, il mercato globale si trova in una fase di ristrutturazione dei prezzi: la distanza tra le tariffe attuali e quelle del 2024 si sta rapidamente riducendo, e se la tendenza attuale dovesse proseguire, è probabile che si possa tornare in parità entro la fine di giugno. Le compagnie aeree sembrano puntare su una pianificazione elastica, approfittando della ripresa dei voli passeggeri per aumentare la capacità stiva, ma rischiano di generare squilibri laddove la domanda non segue. Le tratte verso l’Africa e il Medio Oriente restano tra le più redditizie, grazie a una combinazione di domanda stabile e tariffe premium, mentre i mercati americani – in particolare quello latino – mostrano segnali di fragilità strutturale.
Gli operatori della logistica dovranno muoversi con cautela in questo scenario fluido. Le aziende esportatrici potrebbero anticipare le spedizioni dall’Asia verso i principali mercati occidentali per sfruttare le attuali condizioni tariffarie prima di eventuali rialzi stagionali. Gli spedizionieri dovranno assicurarsi spazi su rotte critiche e ad alto valore, mentre le compagnie aeree saranno chiamate a ottimizzare la capacità, privilegiando le direttrici ad alta redditività e valutando attentamente la sostenibilità di quelle più deboli. In un mercato che sta gradualmente uscendo dall’ombra della pandemia, ma che rimane esposto a scossoni geopolitici e macroeconomici, la flessibilità resta l’arma principale per affrontare con efficacia i mesi a venire.