Con un misto di comunicazione formale e social – ossia svelando il 12 luglio 2025 sul suo social Truth i contenuti di una lettera inviata alla presidente dell’Unione Europea Ursula von der Leyen – Trump ha rivelato che dal primo agosto gli Stati Uniti applicheranno dazi del 30% su tutte le merci importate dall’Unione. Il presidente statunitense lo giustifica citando "deficit commerciali persistenti, ampi e di lunga durata" causati dalle politiche tariffarie e non tariffarie dell'UE. Anzi, aggiunge che "il trenta percento è un limite molto inferiore di quello di cui abbiamo bisogno per eliminare il deficit commerciale". Ma non è tutto. Trump minaccia l’Unione che se attuerà ritorsioni, i dazi saranno ulteriormente aumentati. Però, per le imprese europee che decidessero di costruire o produrre negli Stati Uniti, potranno esserci eccezioni, con rapide autorizzazioni in poche settimane.
La presidente von der Leyen ha risposto immediatamente, dichiarando che "l'imposizione di dazi del 30% sconvolgerebbe le principali catene di approvvigionamento transatlantiche" e ha annunciato che l'UE "adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare gli interessi dell'Ue, inclusa l'adozione di contromisure proporzionate". La presidente ha convocato per il 13 luglio una riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 Stati UE per coordinare la risposta.
L'Italia, con 64,7 miliardi di euro di esportazioni verso gli Stati Uniti nel 2024 (pari al 9% delle esportazioni nazionali), è tra i Paesi comunitari più esposti. La Cgia di Mestre stima che con i dazi al trenta percento l’economia italiana subirà un danno di almeno 35 miliardi di euro. I settori più colpiti saranno quelli chimici e farmaceutici, i macchinari industriali, l’automobilistico, vini e prodotti alimentari.































































