Il porto di Tremestieri dovrebbe essere un’infrastruttura nevralgica per il trasporto delle merci tra la Sicilia e il continente, perché è destinato a diventare l’unico scalo messinese per i veicoli industriali che devono attraversare lo Stretto. Ma da anni è impantanato in interruzioni sia dei dragaggi dei sedimenti, sia della costruzione di nuove infrastrutture. Ora pare che sia avvenuto un passo avanti nel dragaggio con il Decreto dirigenziale emanato il 26 giugno 2025 dal Dipartimento Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, che autorizza la rimozione di circa 36.250 metri cubi di sedimenti accumulati nei pressi del molo di sopraflutto.
Si tratta perlopiù di sabbie e ghiaie che le analisi ecotossicologiche hanno dichiarato idonee al riutilizzo. La quasi totalità del materiale verrà infatti impiegata per il ripascimento della spiaggia sommersa nelle località costiere di Contesse e Pistunina, mentre una minima parte – circa 1.250 metri cubi – sarà smaltita in discarica, in quanto proveniente da un’area individuata come hotspot ambientale.
L’intervento è urgente, perché da marzo 2025, a causa dell’insabbiamento, il porto sta funzionando con un solo scivolo attivo, costringendo la deviazione di centinaia di veicoli industriali verso approdi all’interno di Messina, come Rada San Francesco e il Porto Storico. Nei giorni di maggiore afflusso, dal lunedì al giovedì, fino al 30% dei camion destinati a Tremestieri è stato dirottato nel centro urbano, generando un impatto devastante sulla viabilità: fino a 600 veicoli in più su strada in una sola giornata. La Polizia Municipale, per far fronte all’emergenza, ha dovuto concedere deroghe straordinarie alla normale circolazione, autorizzando sette ore di traffico pesante extra in ciascuno degli ultimi due giorni prima del Decreto.
Sul fronte dei lavori di ampliamento del porto, da ottobre 2024, con il subentro della Bruno Teodoro in sostituzione della precedente impresa si è registrato un cambio di passo. Ad aprile 2025, l’opera risultava completata al trenta percento, un dato importante se confrontato con il modesto venti percento accumulato nei dieci anni precedenti. Il progetto complessivo prevede un investimento di oltre 115 milioni di euro, di cui 43 già spesi.
Una volta completato, il nuovo porto disporrà di otto scivoli per il traghettamento e sarà in grado di accogliere tutto il traffico pesante attualmente disperso sulla città. I lavori procedono su più fronti, coinvolgendo almeno cinquanta operai. L’estate del 2025 rappresenta una fase cruciale, soprattutto per gli interventi a mare legati alla costruzione del muro paraonde, indispensabile per garantire la protezione dell’infrastruttura. La consegna definitiva è fissata per il 15 ottobre 2026.
Il problema dell’insabbiamento, però, resta una questione strutturale, profondamente legata alla geografia e alle dinamiche marine dello Stretto di Messina. Le piogge sui rilievi dei Peloritani ingrossano i torrenti, che riversano in mare enormi quantità di sabbia e detriti. Le correnti di marea, che si attivano ogni sei ore, muovono costantemente questi materiali lungo la costa ionica, depositandoli nei punti più vulnerabili. Tremestieri, aperto verso nord e privo di adeguate difese, raccoglie naturalmente la sabbia sospinta dallo scirocco e dalle onde che si rifrangono all’interno del bacino portuale.
Per affrontare a questo fenomeno ciclico, i lavori di ampliamento includono la realizzazione di una “trappola per la sabbia”, un’opera tecnica pensata per intercettare i sedimenti prima che raggiungano l’area di manovra delle navi. Contestualmente, si sta intervenendo anche sulle coste vicine, in particolare nei tratti di litorale compresi tra le vie Veglia e Carbonara, spesso soggetti a erosioni causate dalle mareggiate.
Nel disegno strategico tracciato dall’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Tremestieri è destinato a diventare il fulcro del nuovo assetto logistico dell’area messinese. Accanto al porto, sorgerà una piattaforma intermodale a San Filippo, estesa su una superficie di circa 100mila metri quadri, che fungerà da autoparco e bacino di smistamento per i flussi veicolari. Un’infrastruttura complementare che dovrebbe alleggerire definitivamente la pressione sul centro urbano, garantendo una gestione più efficiente e sostenibile del traffico.
























































