Il 10 maggio 2025 la portacontainer Msc Antonia si è incagliata nel Mar Rosso a Eliza Shoals, un’area di bassi fondali a circa cento miglia nautiche dalla costa, mentre stava navigando verso il porto saudita di Jeddah. La nave inclinata su un fianco e sono ancora in corso i tentativi di disincagliarla tramite rimorchiatori. La Msc Antonia è una portacontainer da 7.000 teu che batte bandiera liberiana. L’analisi del tracciamento della sua navigazione precedente l’incagliamento pone il sospetto di un attacco informatico tramite spoofing del segnale Gps.
Secondo quanto riportata la società di intelligence marittima Windward, la portacontainer avrebbe ricevuto falsi segnali di posizionamento che l’avrebbero portata a deviare dalla rotta prevista, fino a incagliarsi in acque basse. I movimenti erratici registrati prima dell’impatto sono compatibili con questo tipo di interferenza, sempre più frequente in aree sensibili del traffico commerciale. Il tracciato Ais della nave mostra infatti andamenti incoerenti con una normale rotta commerciale, ulteriore prova della manipolazione digitale del sistema di posizionamento.
Una conferma delle possibili anomalie elettroniche è arrivata anche dall’UK Maritime Trade Operations, che aveva segnalato il 9 maggio forti disturbi al segnale Gps nell’area tra Jeddah e Port Sudan, proprio nelle ore immediatamente precedenti all’incidente. C’è poi un elemento di contesto: la distanza media degli “spostamenti fittizi” provocati da disturbi Gps è passata da circa 600 chilometri nel quarto trimestre del 2024 a oltre 6.300 chilometri nei primi mesi del 2025.
Questo è un dato che testimonia un salto di qualità nelle tecniche di disturbo, capace di rendere inaffidabili i sistemi di navigazione satellitare delle navi. Ami Daniel, amministratore delegato di Windward, ha parlato senza mezzi termini di un “pericolo chiaro e presente” per la sicurezza della navigazione. Lars Jensen, esperto del settore e amministratore delegato di Vespucci Maritime, ha sottolineato come questo tipo di attacchi non possa più essere considerato un’eventualità remota, ma una minaccia concreta e sempre più sofisticata.
L’elemento più inquietante è la facilità con cui le tecnologie di spoofing possono essere oggi acquisite. Secondo quanto riportato nel rapporto The Great Disconnect - redatto nel 2024 da Thetius, CyberOwl e Hfw - è possibile procurarsi apparecchiature di base per meno di 100 dollari. Se queste tecnologie sono accessibili anche a piccoli gruppi, è facile immaginare cosa possano fare attori statali dotati di risorse e capacità ingegneristiche avanzate. In questo contesto, il Mar Rosso si sta trasformando in un laboratorio instabile, dove le navi possono essere deviate, ingannate e messe in pericolo senza che vi sia una minaccia visibile.
Il caso della Msc Antonia apre una riflessione più ampia sulla dipendenza della navigazione moderna da sistemi elettronici centralizzati e facilmente attaccabili. Le compagnie armatoriali si trovano ora di fronte a una doppia sfida: da un lato, la necessità urgente di investire in tecnologie più robuste, capaci di resistere alle interferenze; dall’altro, il recupero delle competenze tradizionali di navigazione come sistema di riserva in caso di attacco. È un equilibrio difficile da raggiungere, ma sempre più necessario.
Le implicazioni geopolitiche dell’evento sono altrettanto rilevanti. Come ha osservato un analista di Windward, questo non è solo un incidente tecnico, ma un evento carico di significati strategici. La capacità di disturbare la navigazione su scala regionale implica la possibilità di influenzare — o addirittura bloccare — rotte commerciali fondamentali per l’economia globale. In un periodo segnato da tensioni internazionali e fragilità delle catene di approvvigionamento, la sicurezza marittima non può più prescindere dalla protezione delle infrastrutture digitali. Nel breve periodo, è prevedibile un rafforzamento dei controlli nelle aree a rischio e una maggiore presenza di pattugliamenti militari. Ma nel medio e lungo termine, l’intero settore sarà chiamato a ripensare i propri strumenti, le proprie competenze e i propri standard operativi.