L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto l'istruttoria sul cabotaggio marittimo nello Stretto di Messina nel giugno 2013, ponendo sotto indagine le attività di sette imprese che operano tra Calabria e Sicilia: Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto. Lo scopo dell'inchiesta era stabilire se tali imprese avessero attuato un cartello tariffario, violando così la Legge 287/90 o il Trattato Europeo. Il verdetto è giunto l'11 dicembre 2014 ed è stato reso pubblico nel Bollettino del 29 dicembre 2014. Ed è positivo per gli indagati, perché l'Autorità ha deciso di non infliggere alcuna sanzione.
Assolvendo gli operatori, l'Autorità presenta alcune considerazioni. La prima è che "A detta delle istituzioni competenti (Autorità Pportuale di Messina e Capitaneria di Porto) non risultano barriere di carattere amministrativo per l'accesso agli spazi portuali, posto che viene privilegiato l'uso libero e, laddove le infrastrutture sono assentite in concessione, sono di norma previste clausole che consentono l'accesso a terzi. Con riguardo al trasporto merci, per svolgere tale attività, data la regolazione vigente, è necessario poter accedere al porto di Tremestieri".
Quindi, non esistono obblighi particolari sull'uso dei porti, che sono scelti sulla base della rotta, come precisa il documento dell'Antitrust: "Le due rotte attive sullo Stretto, la rotta Messina-Villa San Giovanni e quella Messina-Reggio Calabria hanno lunghezza variabile a seconda del porto di partenza: per Caronte & Tourist e RFI/Bluferries le tratte più brevi sono quelle in partenza dai porti cittadini di Messina, viceversa, per Meridiano è più breve la rotta che parte da Tremestieri".
L'Autorità riconosce anche l'importanza del trasporto di camion per le compagnie: "La quasi totalità dei ricavi del cabotaggio marittimo nello Stretto proviene dal trasporto dei mezzi gommati, in particolare merci". Secondo il rapporto, Caronte & Tourist ha il predominio nel trasporto merci (63,5% del mercato), seguita da Blueferries (23%) e Meridiano (13,4%).
L'Antitrust ha poi analizzato la struttura tariffaria: "In generale, per le merci ciascun operatore differenzia le tariffe almeno in base alla lunghezza del veicolo, alla durata del biglietto e alla tipologia di merce trasportata (con prezzi più alti per le merci pericolose). Caronte & Tourist nel 2009 ha introdotto anche una differenziazione per fasce orarie. Ogni vettore adotta politiche promozionali, quali sconti quantità trimestrali (di importo variabile, anche a seconda del momento in cui si applica lo sconto, all'inizio o alla fine del trimestre), servizi di fatturazione agevolata, dilazioni di pagamento".
Un capitolo interessante riguarda la valutazione del terminal messinese di Tremestieri, nato per attrarre soprattutto il traffico pesante, per allontanarlo dalla viabilità urbana e operativo dal 2006. Però, sottolinea l'Autorità "nel porto poco dopo l'apertura sono sorti numerosi problemi operativi che hanno determinato il progressivo insabbiamento di uno dei due scivoli, il quale per molto tempo non è stato utilizzabile; per alcuni periodi il porto è stato chiuso interamente. L'inizio dei problemi è fatto risalire all'anno successivo all'avvio del porto dal Comune di Messina o almeno al 2008 da Caronte & Tourist". Inoltre, ci sono contenziosi tra Terminal Tremestieri - la società che gestisce la struttura – e l'Autorità Portuale di Messina.
"In questo stato di cose, il tasso di utilizzo del terminal Tremestieri si è progressivamente ridotto, a beneficio degli altri porti cittadini, utilizzati in misura crescente per imbarcare i mezzi pesanti", spiega l'Antitrust. "Il numero di accosti è diminuito sensibilmente, passando dai 66 accosti al giorno circa effettuati in situazioni di normale operatività, con entrambi gli scivoli funzionanti, a circa 13-14 accosti; solo nel settembre 2013, dopo l'insediamento della nuova amministrazione comunale, che ha promosso un tavolo tecnico tra i soggetti interessati, i vettori si sono impegnati a garantire almeno 32 accosti complessivi al giorno, anche a fronte dell'impegno del Comune a rafforzare i controlli in prossimità degli svincoli". Così, dal 2008 solo il 20% dei mezzi pesanti che s'imbarcano per la Calabria utilizza Tremestieri.
A questo punto, l'Antitrust doveva stabilire se le compagnie marittime avevano interesse a deviare i camion da Tremestieri ai porti storici di Messina per puri scopi economici (creando quindi un'intesa tra loro, che avrebbe costituito il cartello). La risposta è negativa: "Alla luce degli accertamenti condotti, il ricorso crescente e massiccio ai due porti cittadini appare invece maggiormente legato all'operato degli autotrasportatori, condizionati dalle criticità operative del nuovo porto".
Lo hanno spiegato all'Autorità gli stessi autotrasportatori, che "hanno evidenziato come nel contesto attuale, dati i gravi problemi di funzionamento di Tremestieri, i porti cittadini sono spesso l'unica opzione praticabile, a prescindere dal prezzo, soprattutto in considerazione del ruolo decisivo svolto dal fattore tempo nell'attività di autotrasporto". In pratica, gli autotrasportatori preferiscono rischiare una multa per il divieto di transito a Messina ed imbarcare prima, piuttosto che andare a Tremestieri, col rischio di perdere tempo prezioso nell'ambito dell'orario massimo di lavoro giornaliero permesso agli autisti.
La situazione operativa di Tremestieri è ancora peggiorata nel 2014 e il terminal è stato inagibile per un mese intero, all'inizio dell'anno. "Ancora a metà del 2014 funzionava un solo scivolo", scrive l'Autorità, mentre a settembre è scaduta la concessione rilasciata nel 2010 e a luglio 2014 è stato pubblicato il bando di gara, che è andata deserta. Insomma, il fallimento di Tremestieri non dipende da un "uso strategico" delle compagnie marittime, quanto a una reale scarsa efficienza del terminal stesso.
Non solo, l'Antitrust rileva che "Le anomalie strutturali che gravano su Tremestieri hanno alterato in modo decisivo le condizioni del mercato del trasporto merci nello Stretto di Messina, ostacolando il pieno confronto concorrenziale tra i vettori (in presenza dell'accordo di interlining) e compromettendo le possibilità di un equo accesso al mercato da parte della concorrenza potenziale".
Sulle tariffe, l'Autorità rileva che "dalla documentazione raccolta nel corso del procedimento, come descritta nella parte in fatto, non emergono elementi sufficienti a confermare l'esistenza dell'ipotesi di concertazione avanzata nel provvedimento di avvio". L'unico contatto tra le compagnie riguarda la gestione congiunta di Tremestieri. "Non sono emersi elementi aggiuntivi sufficienti a comprovare l'esistenza di una concertazione anticompetitiva tra imprese concorrenti", che hanno comunque fornito risposte convincenti sulla loro politica tariffaria.
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