Nell’ambito dell’applicazione della “metodologia Hay”, l'Agenzia delle Dogane ha ristrutturato l’organizzazione ligure: la Direzione Territoriale ligure, che sovrintende agli uffici di Genova, Savona e La Spezia, è stata declassata dalla prima alla terza fascia in una scala di sette livelli. Nello stesso tempo, gli uffici di Savona e La Spezia sono stati retrocessi rispettivamente dalla seconda alla terza fascia e dalla prima alla seconda.
Il declassamento della Direzione Territoriale comporta diverse conseguenze potenzialmente negative, tra cui una diminuzione del personale qualificato e in minori investimenti in infrastrutture e tecnologie necessarie per garantire controlli rapidi ed efficienti sulle merci in transito. Inoltre, il declassamento potrebbe comportare una riorganizzazione interna che prevede l'accentramento di alcune funzioni e attività presso le Direzioni Territoriali, sottraendole agli uffici locali. Questo spostamento di competenze potrebbe rallentare le operazioni doganali quotidiane, aumentando i tempi di sdoganamento e causando ritardi nelle catene logistiche.
La metodologia Hay è un sistema che valuta posizioni lavorative sviluppato negli anni Cinquanta del secolo scorso dalla Hay Group. È un metodo quantitativo che assegna un punteggio alle diverse posizioni all'interno di un'organizzazione, consentendo di determinare il valore relativo di ciascuna e di stabilire una struttura retributiva ritenuta equa e coerente.
Il metodo si basa su tre fattori principali: competenza, ossia le conoscenze, le abilità e le esperienze necessarie per svolgere efficacemente la posizione; la capacità di identificare, analizzare e risolvere i problemi legati alla posizione; il grado di responsabilità della posizione rispetto agli obiettivi dell'organizzazione. Ciascuno di questi fattori è suddiviso in sottocriteri che vengono valutati e ponderati per determinare il punteggio complessivo della posizione.
Spediporto ha diffuso una nota che esprime preoccupazione riguardo a tali conseguenze. “Il declassamento della Direzione Territoriale ligure delle Dogane, che include gli uffici di Genova, Savona e La Spezia, è una decisione senza alcun senso e lo ha ancora meno se si pensa che è basata sull’applicazione di un algoritmo”, afferma il direttore generale Giampaolo Botta. L’associazione ha scritto ai parlamentari liguri per sollecitare un intervento.
Botta spiega che “a rischio c’è, infatti, l’efficienza dei controlli doganali e si potrebbero creare ripercussioni sulla rapidità delle operazioni portuali e, di conseguenza, sulla competitività dei porti liguri. Porti, è bene ricordarlo, che contribuiscono in modo rilevante alle entrate nazionali con 4 miliardi e 600 milioni di euro tra dazi e Iva”.
Per Spediporto la decisione delle Dogane va in senso contrario alle prospettive dei porti liguri: “In una regione dove sono stati fatti importantissimi investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture portuali e di quelle ad esse afferenti, dove sta nascendo una Zona Logistica Semplificata che porterà a un imponente sviluppo dei servizi logistici è assurdo che l’organo territoriale di controllo e vigilanza, da sempre collocato in prima fascia, venga retrocesso addirittura in terza. Senza contare, e questo fa ancora più crescere l’indignazione, che alla Direzione ligure fa capo un sistema portuale regionale gateway (cioè dove vengono svolte le operazioni doganali di importazione, transito ed esportazione) che movimenta 3 milioni 534 mila teu all’anno, pari a quasi il 51% dell’intero traffico container italiano”.
L’associazione contesta anche il declassamento degli uffici portuali di Savona e La Spezia: “Lo scalo spezzino movimenta più di un milione di teu staccando nettamente altri porti, come Livorno, Napoli, Trieste, Venezia; eppure questi restano in prima fascia mentre La Spezia, dopo venti anni, scende in seconda. Savona (ottavo porto nazionale per teu movimentati) è finita in terza fascia e questo nonostante una nuova dimensione interprovinciale, assunta con l’assorbimento dell’Ufficio Dogane di Imperia; sorte opposta rispetto a Pescara, che ha inglobato l’Ufficio dell’Aquila vedendosi attribuita la prima fascia. Un livello che, con tutto il rispetto, stona con la seconda fascia assegnata, invece, all’Ufficio di Genova”. Botta interviene anche sul metodo Hay, che definisce “inconcepibile e al di fuori della realtà”.