Il terminal container di London Gateway potrà essere il primo hub logistico britannico a utilizzare un microreattore nucleare per le proprie attività. L’annuncio è arrivato il 14 settembre 2025 nell’ambito del nuovo accordo Atlantic Partnership for Advanced Nuclear Energy, firmato da Gran Bretagna e Stati Uniti per accelerare i tempi di autorizzazione e condivisione delle valutazioni di sicurezza dei reattori. Il progetto sarà guidato da Last Energy in collaborazione con DP World e prevede un investimento privato di 80 milioni di sterline (circa 92 milioni di euro), senza ricorso a sussidi pubblici.
Il reattore scelto è il Pwr-20, una tecnologia modulare ad acqua pressurizzata che produce 20 MWe, pari a 80 MWt termici, con entrata in funzione prevista per il 2030. Il sistema, costruito e sperimentato in fabbrica prima dell’integrazione sul sito, riduce i tempi di realizzazione a circa 24 mesi e non richiede accesso diretto a fonti idriche grazie al raffreddamento ad aria. L’impianto occuperà un’area equivalente a un campo da calcio e potrà garantire continuità di servizio con un tempo di funzionamento previsto al 95%.
Sul piano normativo, Last Energy ha completato con successo la Preliminary Design Review con i regolatori britannici, diventando il primo sviluppatore di microreattori a ottenere questo traguardo in Gran Bretagna. L’Office for Nuclear Regulation ha confermato che l’obiettivo di ottenere la licenza entro dicembre 2027 è realistico se le tempistiche saranno rispettate.
L’iniziativa si intreccia con l’espansione da un miliardo di sterline in corso a London Gateway, avviata da DP World nel maggio 2025. L’investimento prevede due nuovi ormeggi elettrici da 400 metri, un secondo terminal ferroviario e la capacità di accogliere fino a sei delle più grandi navi portacontainer al mondo. Sono attese oltre mille assunzioni durante la fase di costruzione e 400 nuovi posti permanenti nel porto, che si aggiungono ai 5.500 già garantiti dalle attività di DP World nel Paese.
Dal punto di vista strategico, il microreattore rafforzerà la sicurezza energetica britannica, contribuendo a eliminare la dipendenza dai materiali nucleari russi entro il 2028. L’accordo con gli Stati Uniti prevede inoltre un’accelerazione delle procedure autorizzative, ridotte a due anni, e il rafforzamento delle catene di approvvigionamento occidentali per il combustibile arricchito.
Il progetto solleva anche questioni di lungo periodo: accettazione pubblica, necessità di formazione di personale qualificato e sostenibilità dei finanziamenti. Tuttavia, se realizzato nei tempi previsti, stabilirà un precedente per l’utilizzo dei microreattori in contesti logistici e industriali. La Nuclear Industry Association ricorda che il settore impiega oggi 98mila persone in Gran Bretagna.
































































