Dopo la conversione del Decreto Infrastrutture e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che lo ha reso esecutivo, appaiono le prime reazioni da parte degli operatori del trasporto. La mattina del 24 luglio 2025 l’associazione dei terminalisti Assiterminal sottolinea che “la norma sui canoni concessori si ‘auto-proclama’, impropriamente, norma interpretativa, che non può certo avere la finalità di ‘sovvertire’ il potere giurisdizionale ossia il giudicato formatosi con la sentenza del Tar Lazio; altrimenti aprirebbe potenzialmente una stagione di ricorsi sulla falsa riga del 2023, o forse peggio”. Quindi, la sigla intende proporre alla Direzione Generale Porti e Intermodalità di esprimersi “facendo salvo il contenuto della sentenza per il solo anno 2023, offrendo pertanto una mediazione equa e sostenibile sia per i concessionari che per le Asp”.
L’associazione dovrebbe riferirsi (nella nota non cita il punto esatto della Legge) al comma 1 dell’articolo 6 del Decreto Infrastrutture (che è stato modificato in sede di conversione) secondo cui per calcolare gli aggiornamenti annuali dei canoni per le concessioni demaniali marittime se l’Istat non produce e diffonde l'indice dei valori per il mercato all'ingrosso, questo indice si intende sostituito dall'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali. Le modificazioni in sede di conversione chiariscono ulteriormente che l'indice Foi (prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) è rilevato dall'Istat.
I terminalisti intervengono anche sulla norma che cambia le modalità di risarcimento per i tempi di attesa dei veicoli industriali, che “inserisce una serie confusa di passaggi funzionali alla misurazione dei tempi di attesa chiamando in causa il caricatore-terminalista in responsabilità difficilmente ad esso imputabili”. Anche su questo tema, Assiterminal vuole intervenire, proponendo una circolare interpretativa al ministero dei Trasporti “per evitare che si crei il caos; diversamente si preannuncia una ulteriore, ennesima, stagione di contenziosi”.
L’associazione si rende anche disponibile a un confronto con tutti i soggetti interessati, che dovrebbe avvenire sotto la regia del ministero, ricordando tra l’altro che la misura introdotta dalla norma dovrebbe azzerare le port congestion fee recentemente richieste a livello locali da alcune sigle dell’autotrasporto. Assiterminal precisa che “Anche su questo tema è evidente la necessità di una regia nazionale per evitare distorsioni tariffarie tra porto e porto nonché aumenti sulla merce – che si sommano a quelli dovuti alle ricadute delle dinamiche geopolitiche - che certamente non efficientano il sistema logistico italiano”.
Un’ultima frecciata è diretta alla mancata approvazione dell’istituzione del fondo per il prepensionamento dei lavoratori portuali. “Non se ne capisce il motivo, se non forse recondito nelle modalità con le quali si sta procedendo al completamento delle nomine dei presidenti/commissari delle Asp con l’ennesimo rinvio, al momento, al 30 luglio. Confidiamo che non si utilizzerà lo stesso metodo per l’individuazione dei segretari generali che dovrebbero essere scelti liberamente dai rispettivi presidenti”.





























































