La mattina del 26 marzo la portacontainer Even Given è ancora bloccata di traverso nel Canale di Suez, impedendo la navigazione in entrambi i sensi ormai da tre giorni. Il sito project44 ha calcolato che sono bloccate ai due imbocchi del canale e al suo interno almeno 62 portacontainer, per una stiva complessiva di 727.764 teu. La più grande all’ancora è la HMM Gdansk, da 24 mila teu, seguita dalla Ever Glove e dalla stessa Ever Given, entrambe da 20mila teu e gestite da Evergreen. Le compagnia marittime colpite dal blocco stanno informando gli spedizionieri e i caricatori, anticipando loro che dovranno aspettarsi cambiamenti nei programmi relativi ai tempi e ai luoghi di consegna.
Maersk dichiara che nove sue navi, più due di Msc con cui collabora nella 2M Alliance, sono ferme nel canale o ai suoi imbocchi, mentre Hapag-Lloyd dichiara che sono coinvolte sei sue portacontainer, aggiungendo che sta valutando la circumnavigazione dell’Africa. Questa alternativa richiede fino a diciannove giorni in più di navigazione, secondo la dimensione della portacontainer. Tenendo conto che non si conoscono ancora i tempi necessari per liberare il canale, è difficile per gli armatori scegliere se aspettare o circumnavigare. Il passaggio dal capo di Buona Speranza potrebbe essere valido se i tempi di attesa supereranno la settimana.
Qualsiasi sia la scelta, resterà un grosso problema nelle prossime settimane: l’intasamento nei porti di sbarco dei container. Sarà un evento inevitabile e che propagherà i ritardi sull’intera filiera di trasporto terrestre: sulla ferrovia, sull’autotrasporto e sulle idrovie dell’intera Europa. Ciò avverrà in un periodo in cui i porti sono già intasati per le conseguenze del blank sailing. Basti pensare che già oggi oltre quaranta navi sono ancorate a largo di Rotterdam. Inoltre, il ritardo nel scaricare i container pieni aggraverà l’attuare carenza di vuoti.