Si prospetta un’estate 2025 rovente sui binari italiani, e in particolare per i treni merci. I cantieri operativi sulla rete ferroviaria che secondo Rfi sono ormai 1.200, connessi soprattutto con i finanziamenti e le scadenze del Pnrr, non causano solo ritardi e disagi, ma prevedono anche lunghi periodi d’interruzione delle linee. Il caso più eclatante è rappresentato dalla Milano-Genova dove i lavori, per un valore di 55 milioni di euro, sono concentrati sul ponte del Po tra Cava Manara e Bressana Bottarone.
L’intervento prevede una parziale riduzione della capacità della linea ferroviaria limitata su un solo binario in due fasi, dal 1° giugno al 20 luglio 2025 e dal 30 agosto al 28 settembre, ma la completa chiusura e quindi l’interruzione della circolazione ferroviaria tra Pavia e Voghera dal 21 luglio al 29 agosto. Durante quest’ultimo periodo, le ferrovie garantiranno solo il servizio passeggeri, anche se con tempi di viaggio scarsamente competitivi in quanto i treni viaggiatori a lunga percorrenza allungheranno il percorso passando da Piacenza e in parte da Mortara. Per i treni merci sono garantiti solo i collegamenti verso Alessandria o Piacenza, ma tutti quelli diretti verso il nodo di Milano saranno di fatto soppressi.
Un altro nodo critico è rappresentato dall’asse del Sempione, tra Domodossola e Milano dove anche nell’estate 2025 Rfi eseguirà estesi lavori di adeguamento, i quali comportano di nuovo un’interruzione completa della tratta come già visto durante l’estate 2024. I cantieri sono legati soprattutto all’ampliamento della sagoma delle gallerie (il “corridoio quattro metri” come viene chiamato in Svizzera) per garantire il transito dei trasporti intermodali senza limiti, ma in determinati orari, con interruzioni parziali, viene effettuata anche la manutenzione straordinaria della linea, come il rinnovo dell’armamento.
Per questo motivo la tratta Arona-Premosello viene chiusa all’esercizio dall’8 giugno al 27 luglio e dal 30 agosto al 13 settembre 2025. Ma le previsioni per il futuro sono tutt’altro che confortanti, perché i lavori proseguiranno negli anni successivi e l’offerta sull’asse del Sempione dovrà essere ridotta nel periodo estivo almeno fino al 2027. Questi disagi prolungati sono stati anche alla base della decisione assunta nel 2024 da DB Cargo Italia di riconsiderare la propria presenza nel terminal di Domodossola.
La Milano-Genova e l’asse del Sempione non sono le uniche ferrovie interessate nel 2025 da interruzioni temporali più o meno lunghe, anche se molte altre linee, come la principale tratta della Valle d’Aosta, la direttrice della Valtellina, la Pistoia-Lucca o la Empoli-Siena, hanno un impatto solo sul traffico passeggeri. Ma c’è un’altra direttrice ferroviaria che vede il traffico merci penalizzato, nonostante il servizio sia per buona parte rappresentato dai treni viaggiatori. Questa è la Codogno-Cremona-Mantova interessata dai lavori di raddoppio dell’intera direttrice, con la completa chiusura all’esercizio della linea lungo le tratte dove vengono via via avviati i cantieri.
Per questo motivo da gennaio 2024 e fino a dicembre 2026, quindi per ben tre anni, la circolazione dei treni è sospesa tra Bozzolo e Mantova, la prima tratta che rientra nel primo lotto dei lavori di raddoppio previsto tra Piadena e il capoluogo virgiliano. La linea chiusa all’esercizio si sviluppa per 25,8 chilometri su un totale di 34 tra Piadena e Mantova. E non è finita perché i lavori, realizzati per fasi, sono spalmati in quasi dieci anni, e comporteranno la chiusura totale all’esercizio oltre alla Bozzolo-Mantova, anche per altre tratte, come la Codogno-Cavatigozzi per oltre quattro anni.
Questa scelta ha un impatto non irrilevante anche per il traffico merci, obbligato a percorrere itinerari alternativi, spesso più lunghi e onerosi. Per esempio, lungo la Codogno-Cremona-Mantova si trova lo scalo cremonese di Cavatigozzi che si vede preclusa ogni possibilità di utilizzare gli abituali itinerari utili per evitare il transito su linee più sature come quelle della rete fondamentale Rfi. L’importanza di Cavatigozzi è dimostrata dal fatto che la breve tratta da questo scalo a Cremona è l’unica già raddoppiata di tutta la Codogno-Mantova. Erano una ventina i treni merci giornalieri che impegnavano la Cremona-Mantova provenienti dal Brennero, da Trieste e da Porto Marghera. Per raggiungere lo scalo di Cavatigozzi a questo punto i treni dovrebbero allungare la percorrenza di circa tre ore e con alcune limitazioni sugli itinerari disponibili in quanto il peso assiale non è supportato da tutte le linee potenzialmente interessate. Il risultato è quello che va tutto su gomma.
Piermario Curti Sacchi






























































