I giorni di Sigrid Nikutta come Ceo di DB Cargo potrebbero essere contati. Infatti, il 30 ottobre 2025 si riunirà il Consiglio di sorveglianza della compagnia ferroviaria tedesca per decidere se rimuovere la dirigente dall’incarico, come ha esplicitamente chiesto il potente sindacato Eisenbahn- und Verkehrsgewerkschaft (Evg), che accusa Nikutta di avere attuato una gestione “disastrosa” della società. Considerazione sostenuta dal fatto che dal suo insediamento, avvenuto a gennaio 2020, DB Cargo ha accumulato perdite per oltre 3,1 miliardi di euro. Diverse testate giornalistiche tedesche danno per certa la rimozione della Ceo, ma ovviamente la risposta verrà dalla riunione del 30 ottobre. Di certo, il provvedimento avrà il voto del presidente di Evg, Martin Burkert, che siede nel Consiglio di sorveglianza.
A sostegno della tesi del licenziamento di Nikutta, i giornali tedeschi Zeit e Spiegel citano il rapporto di Oliver Wyman, che avrebbero letto in anteprima, secondo cui il il piano di ristrutturazione presentato dalla dirigente presenta gravi carenze strutturali: le misure proposte per migliorare la redditività non sono supportate da "azioni sufficientemente concrete", mentre "alcune ipotesi nella pianificazione risultano molto ottimistiche e probabilmente irrealizzabili nell'attuale contesto di mercato e concorrenziale".
Il rapporto critica in particolare l'approccio di Nikutta al trasporto a vagone singolo, il segmento che rappresenta circa il 40% dei volumi di DB Cargo ma che nello stesso tempo genera la maggior parte delle perdite operative. Secondo l'analisi di Oliver Wyman, "il concetto per il trasporto a vagone singolo si basa su un portafoglio di misure che attualmente si trova prevalentemente in fase di ideazione e poggia fortemente su ipotesi non verificabili”. La consulenza ha inoltre sottolineato l'impossibilità di elaborare una valutazione definitiva poiché DB Cargo non ha fornito tempestivamente la documentazione necessaria.
Nonostante le critiche puntuali, il rapporto Oliver Wyman riconosce che una ristrutturazione di successo di DB Cargo rimane teoricamente possibile, suggerendo che il problema principale risieda non nella situazione strutturale dell'azienda, ma nella qualità della strategia implementata. Questa valutazione potrebbe quindi facilitare la decisione di Deutsche Bahn di procedere con un cambio al vertice, piuttosto che considerare scenari più drastici come la liquidazione o lo smembramento della società.
Un altro elemento che potrebbe favorire il licenziamento è il cambio al vertice della capogruppo Deutsche Bahn: il primo ottobre 2025 ha assunto la guida del Gruppo l’italiana altoatesina Evelyn Palla, che ha subito annunciato una “rivoluzione”, aggiungendo che avrebbe esaminato ogni posizione in base al valore aggiunto per i clienti. Palla ha annunciato modifiche importanti nella dirigenza, compresi i vertici, con l'obiettivo di "ridurre la burocrazia e creare spazio per le persone operative. Le decisioni saranno prese dove risiede la responsabilità, non tre piani più in alto". Non sono certo parole rassicuranti per Nikutta.
Alcuni giornali tedeschi, come Handelsblatt e Süddeutsche Zeitung, vanno già oltre il 30 ottobre, scrivendo che non è ancora stato identificato un successore per la Ceo di DB Cargo, né all'interno della dirigenza del gruppo né tra i candidati preferiti dal sindacato Evg. La strategia prevede la nomina non solo di un nuovo Ceo, ma anche di un Chief Restructuring Officer (Cro) esterno, che si dedicherà esclusivamente alla ristrutturazione e al risanamento dell'azienda.
Nel primo semestre del 2025, DB Cargo ha registrato un calo del fatturato del 9% (a 2,5 miliardi di euro) e una riduzione dei volumi trasportati del 10%, con perdite operative di 96 milioni di euro. Sebbene quest'ultima cifra rappresenti un miglioramento rispetto agli anni precedenti – nel 2022 le perdite avevano raggiunto il record di 858 milioni di euro – non indica una ripresa strutturale. Le perdite cumulative dal 2020 al 2024 ammontano a circa 3,1 miliardi di euro, un record negativo nella storia dell'azienda. Questa emorragia finanziaria è stata fino al 2024 sistematicamente compensata da Deutsche Bahn attraverso un contratto di dominio e trasferimento degli utili, un meccanismo che consentiva al Gruppo di coprire automaticamente le perdite della controllata.
Questo risultato finanziario riflette quello operativo. La quota di mercato di DB Cargo nel trasporto merci ferroviario tedesco è progressivamente diminuita, scendendo dal 60% di alcuni anni fa al 44% nel 2023 secondo i dati più recenti della Bundesnetzagentur, con alcuni segmenti che registrano quote ancora più basse, intorno al 40%. Il restante 60% del mercato è ormai controllato da operatori privati che, a differenza di DB Cargo, operano con profitto.
La situazione per la compagnia merci si è aggravata con la decisione presa nel novembre 2024 dalla Commissione Europea, che ha approvato aiuti di Stato per 1,9 miliardi di euro a favore di DB Cargo, ma subordinandoli a condizioni molto rigide. La Commissione infatti ha stabilito che il contratto di trasferimento di utili e perdite con la Casa madre doveva essere interrotto entro il 31 dicembre 2024 e che DB Cargo deve raggiungere la redditività sostenibile entro la fine del 2026, pena la possibile disgregazione dell'azienda. La Commissione ha inoltre imposto vincoli competitivi aggiuntivi, tra cui un "divieto di crescita" che limita il volume di produzione di DB Cargo per compensare la distorsione della concorrenza oggettivamente creata dagli aiuti di Stato.
Ma che cosa aveva proposto Nikutta per far infuriare il sindacato? Aveva elaborato una strategia di risanamento incentrata su tre pilastri: drastica riduzione del personale, vendita di assetti e ristrutturazione del trasporto a vagone singolo. Secondo quanto riportato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, il piano prevedeva di ridurre il personale dalle quasi 19mila unità del 2023 a circa 10mila entro il 2030, un taglio di quasi il 47%. Parallelamente, la dirigente aveva programmato la chiusura di dieci delle quindici stazioni esterne e di numerose officine di manutenzione.
Sul fronte degli assetti, DB Cargo ha venduto 6.000 carri merci alla società di leasing Gatx Rail Europe, generando un risultato positivo una tantum ma creando paradossalmente una dipendenza strutturale: l'azienda ora affitta i vagoni dai nuovi proprietari, con costi operativi ricorrenti. Questa operazione è stata particolarmente criticata dal sindacato Evg, che l'ha definita una vendita del "patrimonio di famiglia" che peggiora la sostenibilità economica a lungo termine. La strategia prevedeva inoltre il passaggio dall'utilizzo di locomotive proprie all'affitto di mezzi esterni, una scelta che, secondo i critici, avrebbe ulteriormente eroso l'autonomia operativa dell'azienda.


































































