C’è un modello di movimentazione delle merci che vede i terminal italiani ricoprire un ruolo da protagonisti. È la formula dei Fast Corridor, vale a dire il trasferimento delle operazioni doganali da un porto marittimo di ingresso a uno scalo interno. Si tratta di merci, in particolare in container, che provengono da Paesi extra comunitari e che devono transitare dalla dogana, un’operazione che spesso causa perdite di tempo e congestione nei porti. Con i corridoi veloci le merci possono essere trasbordate dalle navi ai treni e raggiungere direttamente un terminal interno per lo sdoganamento.
La formula dei Fast Corridor viene vista con sempre maggior interesse da parte degli operatori europei in quanto in Italia, senza detenere particolari esclusive, ha avuto uno sviluppo significativo con risultati positivi ampiamente riconosciuti. A fare da apripista è stato il porto della Spezia che ormai ha istituito numerose relazioni con diversi terminal interni e precisamente Bologna, Marzaglia, Melzo, Padova, Rivalta Scrivia, Rubiera e Segrate.
L’esempio del porto spezzino è stato seguito da altri scali liguri come Genova Voltri con relazioni su Melzo e Rivalta Scrivia, Genova Pra’ con Padova e Rubiera, Vado Ligure e Savona con Rivalta Scrivia. A sud abbiamo Gioia Tauro che si connette ai terminal di Bari, Bologna e Padova. Anche Ravenna è protagonista con Marzaglia. Tutti questi servizi avvengono quindi in ambito nazionale, ma si stanno aprendo spazi anche oltre frontiera: per esempio Trieste in collaborazione con Rail Cargo Group ha avviato un collegamento con il terminal di Villach Sud in Austria.
Il modello Fast Corridor potrebbe offrire nuove opportunità per il trasporto merci valorizzando il connubio tra porti e ferrovia, soprattutto se riesce ad allargare il proprio raggio d’azione a più Paesi comunitari che potrebbero trovare uno sbocco interessante nella portualità italiana. Anche perché sono numerosi i benefici legati ai corridoi veloci. L’Agenzia delle Dogane li elenca in dettaglio: decongestione delle aree portuali; riduzione dei tempi di permanenza dei container nel porto, con conseguente risparmio sui costi; riduzione dei tempi di percorrenza; maggior sicurezza, grazie alla combinazione dei controlli documentali e monitoraggio fisico del flusso di merci; digitalizzazione del processo; possibilità per le aziende di integrare gli adempimenti doganali con le proprie procedure logistiche aziendali.
L’Agenzia delle Dogane sovrintende anche al controllo della movimentazione delle merci. In particolare, il gestore di partenza e di destinazione deve avere la qualifica di Aeoc, vale a dire di operatore economico autorizzato e la connessione ferroviaria tra lo scalo portuale e il terminal logistico di destinazione deve essere continua e tenuta sotto controllo.
Piermario Curti Sacchi
























































