L’ingresso di China Railway Container Transport Corporation nella joint-venture Middle Corridor Multimodal, annunciato ad agosto 2025, segna una svolta per il sistema dei trasporti eurasiatici. L’iniziativa, che vede già coinvolti Azerbaijan, Georgia e Kazakistan, rafforza il Middle Corridor come alternativa sempre più credibile alle rotte marittime e terrestri tradizionali, in particolare al corridoio settentrionale che attraversa la Russia. Si tratta di un passaggio che non solo riorganizza i flussi logistici tra Asia ed Europa, ma ridisegna anche gli equilibri geopolitici della regione.
La Trans-Caspian International Transport Route, meglio conosciuta come Middle Corridor, si sviluppa dalla Cina occidentale fino all’Europa, passando per Kazakistan, Mar Caspio, Azerbaijan, Georgia e Turchia. Questa infrastruttura multimodale è emersa negli ultimi anni come una delle rotte commerciali più dinamiche del continente. I numeri confermano la tendenza: dai 586 mila tonnellate di merci trasportate nel 2021 si è passati a oltre 4,4 milioni nel 2024, con un’accelerazione legata alla guerra russo-ucraina e alla conseguente urgenza di diversificazione logistica.
La joint-venture Middle Corridor Multimodal, creata nel 2023 con sede presso l’Astana International Financial Centre, è un modello innovativo di governo internazionale nel settore ferroviario. Obiettivo principale è garantire tempi di consegna certi, tariffe coordinate e servizi integrati lungo l’intera rotta, superando la frammentazione operativa che storicamente ha limitato l’efficienza del corridoio. L’8 agosto 2025, durante una riunione straordinaria a Baku, è stato formalizzato l’ingresso di Crtc. La società cinese, controllata dal China State Railway Group, porta in dote capacità finanziarie rilevanti, competenze tecniche e una rete logistica estesa su tutto il territorio nazionale.
I dati operativi degli ultimi mesi confermano il potenziale di crescita. Nel 2024 l’Azerbaijan ha ricevuto 287 treni merci dalla Cina, ma nei primi sette mesi del 2025 i convogli hanno già raggiunto quota 225, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si prevede di superare i 400 treni entro la fine dell’anno. Anche il traffico container mostra incrementi significativi: 24 mila teu movimentati nei primi sette mesi del 2025, circa il doppio del 2024. A trainare questa dinamica è la capacità del Middle Corridor di garantire tempi competitivi: dalla Cina al Mar Nero in 10-12 giorni, fino all’Europa in 15-18 giorni, contro i 45-60 giorni delle rotte marittime tradizionali.
La rete si regge su infrastrutture importanti, come la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars (Btk), completata nel 2017 e recentemente potenziata fino a 5 milioni di tonnellate annue. Gli investimenti georgiani hanno eliminato i principali colli di bottiglia, e la capacità prevista per il 2034 salirà a 17 milioni di tonnellate. Fondamentale anche il ruolo dei porti del Caspio, in particolare Aktau e Baku/Alat, oggi oggetto di ampliamenti per accogliere più traffico container. Sul Mar Nero, gli scali di Poti e Batumi stanno a loro volta investendo per rafforzare la connessione ferro-mare e garantire un’integrazione fluida con le reti europee.
Nonostante i progressi, il corridoio resta condizionato da limiti strutturali. La World Bank ha evidenziato colli di bottiglia in aree come Almaty e lungo il confine Kazakistan-Uzbekistan, oltre a carenze di capacità portuale e di materiale rotabile. Le condizioni meteorologiche del Mar Caspio, con venti forti per gran parte dell’anno, complicano ulteriormente le operazioni, aggravate dalla scarsità di navi merci. Per affrontare queste criticità, i paesi membri del Titr hanno approvato la Roadmap 2022-2027, che prevede investimenti mirati: dal terminale multifunzionale di Kuryk alla seconda fase del porto di Baku, fino al potenziamento delle connessioni ferroviarie georgiane.
L’evoluzione del Middle Corridor va letta anche in chiave geopolitica. Le tensioni internazionali hanno reso urgente la diversificazione delle rotte commerciali. Evitando il territorio russo e le instabilità del Mar Rosso, la direttrice trans-caspica si presenta come un’opzione stabile, rapida e politicamente più sicura. Non sorprende che l’Unione Europea abbia annunciato investimenti per 10 miliardi di euro attraverso il programma Global Gateway, mentre anche gli Stati Uniti guardano con interesse a nuove opportunità di cooperazione infrastrutturale. La Cina, dal canto suo, considera questa direttrice parte integrante della Belt and Road Initiative, rafforzando con l’ingresso della Crtc la propria presenza istituzionalizzata lungo il corridoio.
Le prospettive future sono improntate all’ottimismo. Entro il 2030 il traffico potrebbe toccare i 10-11 milioni di tonnellate annue, sostenuto sia dagli sviluppi infrastrutturali che dall’integrazione di operatori globali. La recente riuscita di spedizioni pilota dal Giappone all’Europa attraverso questa rotta, completate in soli 22 giorni, conferma il potenziale di espansione verso mercati extra-cinesi. Parallelamente, la digitalizzazione sarà un fattore chiave: l’esperienza cinese in sistemi di tracciamento e gestione dati in tempo reale promette di rendere il Middle Corridor non solo un’alternativa fisica, ma anche una piattaforma tecnologicamente avanzata per il commercio eurasiatico.


































































