Il rapporto annuale “Road transport: analysis of the European Top 10 in 2024” redatto da Upply sulla base dei dati Eurostat per il 2024 mostra che il trasporto merci su strada nell’Unione è tornato alla crescita, dopo la flessione dell’anno precedente. L’attività complessiva, misurata in tonnellate-chilometro, è aumentata dello 0,6%, raggiungendo 1.869 miliardi di t-km, mentre il tonnellaggio complessivo è sceso dello 0,7% attestandosi a 13,075 miliardi di tonnellate. L’andamento dell’ultimo anno riflette però un contesto economico ancora fragile, caratterizzato da crescita moderata e domanda industriale inferiore ai livelli pre-pandemia, ma anche da una progressiva stabilizzazione dei flussi di lunga distanza e da un utilizzo più efficiente della capacità di carico.
Le prime dieci flotte nazionali dell’Unione rappresentano l’83,2% del traffico totale e delineano un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2023, con un’unica variazione: la Repubblica Ceca ha superato la Romania, tornando al sesto posto. La Polonia rimane saldamente al vertice, ma il secondo anno consecutivo di calo (-2,5% dopo il -1,9% del 2023) riflette le difficoltà della sua economia e la minore domanda proveniente dal mercato tedesco, principale partner commerciale. La Germania, seconda, registra anch’essa una contrazione (-1,9%) e continua a perdere peso nel trasporto europeo, in linea con la riduzione della produzione industriale. Al contrario, la Spagna torna a crescere in modo deciso, raggiungendo 271,6 miliardi di t-km, sostenuta dalla ripresa dell’economia nazionale e da un mercato interno più dinamico. La Francia mostra un andamento positivo (+2,8%) fino a 174 miliardi di t-km, beneficiando di una domanda stabile e di un sistema logistico più efficiente. L’Italia si colloca al quinto posto, con il risultato più brillante tra i principali paesi europei, trainata soprattutto dal trasporto nazionale. La Repubblica Ceca, con una crescita superiore al 5%, e la Lituania, in espansione costante, completano il gruppo dei paesi in ascesa, mentre la Romania rallenta dopo due anni di incremento sostenuto.
Il trasporto nazionale rappresenta oltre il 60% dell’attività totale dell’Unione e nel 2024 ha registrato una crescita dello 0,8% in tonnellate-chilometro, raggiungendo 1.147 miliardi di t-km, ma con una flessione dell’1% in tonnellaggio, pari a 11,8 miliardi di tonnellate. La Germania conserva in questo caso il vertice, pur con un andamento negativo che si protrae dal 2019. La Spagna consolida la seconda posizione con un aumento del 2,7% in t-km e del 2,5% in tonnellaggio. La Francia mantiene volumi sostanzialmente stabili, mentre l’Italia torna al quarto posto superando la Polonia grazie a una crescita del 5,7% in t-km rispetto al 2023, la più elevata tra i principali Paesi europei. La media di crescita annuale del traffico interno italiano dal 2019 è pari al 2,12%, segnale di una domanda domestica più solida e di un miglioramento nell’efficienza dei trasporti. La Polonia, invece, registra un arretramento del 2,1% in t-km e del 4,7% in tonnellaggio.
Anche il trasporto internazionale mostra segnali di riequilibrio. Nel 2024 l’attività transfrontaliera è aumentata dello 0,4% in tonnellate-chilometro, raggiungendo 721,8 miliardi, e del 2,3% in tonnellaggio, con 1,2 miliardi di tonnellate trasportate. Pur restando sotto i livelli record del 2021, il settore beneficia di un moderato incremento dei flussi intra-UE e di un recupero delle tratte a media distanza. La Polonia conserva una posizione dominante, con circa un terzo del traffico internazionale dell’Unione, ma è l’unico paese della Top 5 in calo (-2,8% rispetto al 2023). Le attività di cross-trade e cabotaggio, tuttavia, restano in espansione, rispettivamente del 2,8% e del 4,2%. La Spagna consolida la seconda posizione con un aumento del 4,2%, mentre la Lituania cresce del 4,5%, sostenuta dall’ampliamento della propria presenza nei traffici intra-europei. La Romania mostra un incremento moderato (+1%), mentre la Repubblica Ceca registra la progressione più consistente (+14,2%), distribuita tra traffico internazionale diretto, cross-trade e cabotaggio.
La mappa dei principali flussi di trasporto all’interno dell’Unione conferma la centralità della Germania, che compare in nove delle venti rotte più trafficate, e il predominio della flotta polacca sulle tratte Germania-Polonia, Germania-Francia e Germania-Italia. La Lituania continua a espandersi nei collegamenti intra-europei, superando la metà del tonnellaggio totale sulla rotta Francia-Italia. Si tratta di un segnale del progressivo spostamento di quote di mercato verso vettori dell’Europa orientale, più competitivi nei costi e sempre più presenti nei servizi internazionali.
Nel contesto generale, l’Italia consolida la quinta posizione in Europa, distinguendosi per la crescita del trasporto nazionale. Il 2024 ha visto un aumento del 5,7% in t-km, a fronte di un aumento prodotto interno lordo dello 0,7%. Sul fronte internazionale, i flussi italiani restano stabili, con principali destinazioni Germania, Francia e Svizzera, ma la concorrenza dei vettori dell’Europa orientale riduce gradualmente le quote di mercato sulle tratte intra-UE. Le prospettive per il 2025 dipendono dalla capacità di rinnovare il parco veicolare e di accelerare la transizione energetica, perché l’età media dei mezzi resta elevata e la diffusione di veicoli a basse emissioni è ancora limitata, mentre la connessione con la rete ferroviaria e i porti intermodali procede lentamente.
Nel complesso, il mercato europeo del trasporto su strada si trova in una fase di stabilizzazione dopo le fluttuazioni degli ultimi anni. La crescita del 2024, seppur contenuta, indica un riequilibrio tra i diversi segmenti geografici: l’Europa orientale rallenta, l’area mediterranea avanza, e il centro del continente mostra un andamento più incerto. Le sfide restano numerose e comuni a tutti gli operatori: contenimento dei costi, carenza di autisti, digitalizzazione dei processi e adattamento alle politiche ambientali europee. In vista degli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030, il settore sarà chiamato a coniugare efficienza economica e sostenibilità ambientale, mantenendo il proprio ruolo strategico nella catena logistica continentale.































































