A Trump è bastata una pausa tra una partita di golf e l’altra sul suo campo scozzese di Turnberry per portare a Washington una vittoria sul commercio con l’Unione Europea. Non solo tutte le merci importante dall’Europa subiranno un dazio del 15% (mantenendo comunque la percentuale del 50% per acciaio e alluminio), ma dalle prime informazioni emerge che Bruxelles si è impegnata a acquistare dagli Stati Uniti 750 miliardi di prodotti energetici in tre anni, d’investire 600 miliardi di dollari negli Usa (oltre agli investimenti già in atto) e di acquistare “grandi quantità di armi”, versando quindi oltre Atlantico altre centinaia di migliaia di dollari. In cambio di praticamente nulla.
In pratica, è bastata la minaccia di dazi al 50% per far capitolare una Commissione Europea evidentemente incapace di far valere la forza di un mercato di 350 milioni di persone e di brandire le sue armi, ossia la minaccia di una vera tassazione alle multinazionali tecnologiche statunitensi (che ogni anno eludono miliardi di euro) e lo strumento anti-coercizione, previsto dal Regolamento UE 2023/2675 proprio per fronteggiare minacce commerciali provenienti da Paesi terzi.
Non si conoscono ancora i dettagli dell’accordo firmato il 27 luglio 2025 tra il presidente statunitense e la presidente della Commissione Europea, quindi potrebbero emergere altri gravi cedimenti europei, per esempio sull’applicazione della web tax. Ma oltre alle singole questioni, Trump porterà a Washington la consapevolezza della debolezza dell’Unione Europea. Intanto, i cittadini e le imprese europee pagheranno caro questo accordo nei prossimi anni.































































