Il 6 luglio 2025, la nave rinfusiera Magic Seas, battente bandiera liberiana ma di proprietà greca, è stata colpita da un complesso attacco militare al largo delle coste yemenite, nel tratto meridionale del Mar Rosso. L’azione, rivendicata dagli Houthi, è il primo evento bellico rilevante a danno della navigazione commerciale in questa rotta dall’inizio dell’anno, dopo una pausa operativa durata sei mesi. L’episodio non solo ha interrotto bruscamente la fragile tregua tattica imposta dagli yemeniti, ma è anche un salto qualitativo nelle modalità di attacco impiegate, aggravando il rischio percepito dagli operatori del trasporto marittimo e sollevando interrogativi sull’efficacia delle misure di protezione attualmente in vigore.
Secondo i primi rapporti dell’UK Maritime Trade Operations, l’attacco è avvenuto alle 14.25 ora locale, circa 51 miglia nautiche a sud-ovest di Hodeidah. La Magic Seas, gestita dalla compagnia greca Stem Shipping, stava viaggiando verso nord quando è stata circondata da otto imbarcazioni veloci armate. È stato l'inizio di un'operazione militare su più livelli: le piccole imbarcazioni hanno aperto il fuoco con armi leggere e lanciagranate, ingaggiando un violento scontro con la squadra di sicurezza presente a bordo.
A questa prima ondata è seguita un’azione più sofisticata: quattro droni navali di superficie, carichi di esplosivo, sono stati lanciati contro la Magic Seas. Due hanno centrato il lato sinistro della nave, provocando gravi danni alla stiva, mentre gli altri sono stati neutralizzati. Infine, secondo fonti non confermate ufficialmente, tre missili anti-nave sono stati lanciati, due dei quali hanno colpito l’imbarcazione.
L’equipaggio, composto da 22 persone di varie nazionalità (in prevalenza filippini), è riuscito a evacuare in sicurezza poco dopo le 15.45, quando l’imbarcazione ha iniziato a imbarcare acqua e ha preso fuoco. Il salvataggio è stato portato a termine con il coordinamento della Guardia Costiera yemenita e di una nave mercantile in transito. L’intero equipaggio è incolume. La rivendicazione Houthi non si è fatta attendere. Attraverso i propri canali, il gruppo ha confermato l’impiego di droni marini, affermando che l’attacco è stato condotto “in sostegno dei palestinesi” nel contesto del conflitto in corso a Gaza.
Ma se l’attacco alla Magic Seas è da considerarsi un evento clamoroso per modalità e tempistica, ancora più rilevante appare la risposta militare scattata nelle ore successive. L’aviazione israeliana ha condotto una serie di raid contro infrastrutture strategiche in Yemen, colpendo i porti di Hodeidah, Ras Isa e Salif, oltre alla centrale elettrica di Ras Kanatib. Tra gli obiettivi anche la Galaxy Leader, nave sequestrata nel novembre 2023 e utilizzata dagli Houthi come piattaforma di sorveglianza marittima. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato: “Chiunque alzi una mano contro Israele se la vedrà tagliata. Gli Houthi continueranno a pagare un prezzo pesante per le loro azioni”.
Dal punto di vista strategico, l’episodio rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore dello shipping. Dopo un periodo di relativa calma, riemerge in tutta la sua gravità la vulnerabilità della rotta Suez-Bab el-Mandeb, attraverso cui transita un valore annuo stimato di mille miliardi di dollari in merci. Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2025, più di cento navi sono state prese di mira dai ribelli Houthi, causando danni diretti, affondamenti e la morte di almeno quattro marittimi. Tali attacchi avevano già costretto molti armatori a deviare il traffico attorno al Capo di Buona Speranza, con impatti economici e ambientali considerevoli.
L’incidente della Magic Seas apre ora un nuovo fronte d’incertezza. Da un lato, la sofisticazione delle tattiche impiegate — una combinazione letale di mezzi convenzionali, droni navali e missili — testimonia una capacità operativa avanzata da parte dei ribelli. Dall’altro, la risposta israeliana rischia di amplificare ulteriormente il conflitto regionale, coinvolgendo attori esterni e allargando il teatro di instabilità.
Non è ancora chiaro se l’attacco del 6 luglio sia un’azione isolata o l’inizio di una nuova campagna di disturbo sistematica. Quel che appare evidente, tuttavia, è che il Mar Rosso torna ad essere un tratto critico per la logistica globale, costringendo governi, compagnie assicurative, flotte mercantili e organismi internazionali a ricalibrare strategie e protocolli di sicurezza.































































