Oggi è il terzo giorno consecutivo della protesta iniziata sabato scorso contro l'aumento del prezzo del gasolio. È definita la "rivolta dei giubbetti gialli", perché i partecipanti hanno mostrato o indossato il gilet giallo che ogni veicolo deve avere a bordo nel caso di emergenza. È un evento autoconvocato e che in pochi giorni ha colpito viralmente tutta la Francia, tante che nel giorno prestabilito per le manifestazioni, veicoli lumaca e blocchi la partecipazione è stata elevata e diffusa. Secondo alcune stime, sabato hanno partecipato alla protesta quasi 300mila persone in oltre duemila presidi. La protesta conta anche una vittima, una manifestante investita il 17 novembre da un'autovettura che voleva forzare il blocco.
Tra i gilet gialli ci sono numerosi camionisti, che hanno contribuito ai presidi con i loro veicoli. Ma è stata stata spontanea. Infatti, le associazioni di categoria si sono dissociate dalle manifestazioni, pur comprendendo le motivazioni, perché sono contrarie ai blocchi stradali. D'altra parte uno degli promotori del movimento è un camionista, Eric Drouet. Se non hanno partecipato attivamente, gli autotrasportatori sono vittime dei presidi a causa dei rallentamenti o dei blocchi alla circolazione. Uno importante è avvenuta all'inizio della salite che porta al tunnel del Monte Bianco, dove decine di veicoli pesanti diretti in Italia sabato sono rimasti fermi per ore, fino a quando una carica della Polizia, nel pomeriggio, ha liberato la strada.
La protesta continua anche oggi, seppur in misura minore rispetto a sabato. la stampa francese censisce decine di blocchi, attuati anche con camion, i piattaforme logistiche, depositi di carburante, incroci stradali importanti o ingressi alle autostrade. Ma il movimento non sembra esaurirsi: infatti, sui social network gira l'invito a bloccare Parigi sabato 24 novembre.
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