I dazi statunitensi non sembrano ancora scalfire l’enorme flusso di merci che si sposta ogni giorno dalla Cina agli Stati Uniti. Lo mostra un’analisi pubblicata il 22 ottobre 2025 da Bloomberg, secondo cui sei mesi dopo l’avvio della nuova guerra commerciale avviata dall’amministrazione Trump, la tenuta delle esportazioni cinesi dimostra quanto i prodotti del Paese restino indispensabili per il mercato statunitense. Oggi, ogni giorno circa un miliardo di dollari in merci attraversa il Pacifico dirette verso gli Stati Uniti, un flusso che è addirittura in lieve crescita a settembre rispetto ad agosto, nonostante un calo a doppia cifra del valore complessivo degli scambi bilaterali nell’ultimo semestre.
L’articolista spiega che la capacità produttiva cinese e la sua integrazione nelle catene globali di approvvigionamento conferiscono a Pechino un margine di forza nei confronti degli importatori americani. Bloomberg cita gli economisti Chang Shu e David Qu, secondo i quali gli Stati Uniti non dispongono al momento di alternative immediate in grado di sostituire la fornitura cinese di componenti importanti, dai semiconduttori ai metalli rari. Il processo di riallocazione industriale richiederà tempo, mentre i flussi commerciali continuano a sostenere la crescita interna cinese.
Nel terzo trimestre, la Cina ha spedito negli Stati Uniti merci per oltre 100 miliardi di dollari, contribuendo a mantenere in linea l’obiettivo di crescita e portando l’avanzo commerciale bilaterale a 67 miliardi di dollari. Il volume complessivo delle esportazioni verso gli Stati Uniti dall’inizio dell’anno è stimato in 317 miliardi di dollari, un valore inferiore del 17% rispetto al 2024, ma comunque superiore ai livelli precedenti alla prima guerra dei dazi del 2018.
Alcuni settori mostrano perfino una dinamica positiva. Le esportazioni di biciclette elettriche sono rimaste stabili a 1,2 miliardi di dollari, mentre quelle di componenti elettrici, come cavi e rame raffinato, sono cresciute rispettivamente dell’87% e fino a 270 milioni di dollari nel trimestre. Anche le spedizioni di piccoli pacchi derivanti dal commercio elettronico hanno mantenuto valori rilevanti, con circa 5,4 miliardi di dollari di merci dirette ai consumatori americani da maggio, nonostante la chiusura della precedente esenzione doganale per quelli con valore inferiore a 800 dollari (de minimis).
Non solo, pare alcuni importatori statunitensi abbiamo trovato un modo per ridurre l’impatto dei dazi. Bloomberg rivela anche che una parte delle imprese statunitensi riesce a ridurre l’impatto dei dazi grazie a pratiche di transito o dichiarazioni doganali basate sul “primo prezzo di vendita” in Paesi terzi come Messico o Vietnam, attenuando così l’effetto tariffario. Tale flessibilità logistica, insieme all’efficienza dei porti e delle reti di distribuzione cinesi, continua a sostenere i flussi di beni a lungo raggio.
Ci sono però beni che mostrano una riduzione delle importazioni Usa, come i televisori, console da gioco e altri dispositivi elettronici. Ciò indica che per alcuni beni tecnologici lo spostamento della produzione dalla Cina ad altri Paesi asiatici è iniziato. A tale proposito, Il Fondo monetario internazionale, citato nell’analisi, rileva che la contrazione del commercio bilaterale nel 2025 è più rapida di quella osservata nel 2018-2019, segno che la separazione industriale tra le due economie procede con maggiore velocità. Tuttavia, come sottolinea l’istituto, la dipendenza reciproca tra Stati Uniti e Cina resta strutturale e non può essere eliminata completamente nel breve periodo.
































































