La Commissione Europea ha approvato all’inizio di maggio 2025 la reintroduzione del Registro Internazionale italiano, che è un regime di aiuti di Stato con agevolazioni fiscali e contributive a favore delle compagnie di navigazione che iscrivono le proprie navi nei registri dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo. La misura, che sarà in vigore fino al 31 dicembre 2033 con uno stanziamento complessivo di 5,4 miliardi di euro, ha lo scopo d’incentivare il ritorno di navi battenti bandiere europee, a rafforzare la competitività della flotta italiana e a garantire livelli più elevati in ambito sociale, ambientale e di sicurezza.
Questo regime era già stato autorizzato dalla Commissione nel 1998, poi nuovamente nel 2004 e ancora nel 2020, quando fu prorogato fino alla fine del 2023. La nuova approvazione da parte di Bruxelles si fonda sulla conformità del sistema alle linee guida comunitarie sugli aiuti di Stato al trasporto marittimo, ritenendolo uno strumento necessario, proporzionato e con impatto limitato sulla concorrenza tra gli operatori europei. In particolare, la Commissione ha riconosciuto che l’iniziativa vuole sostenere lo sviluppo del settore marittimo, a tutelare l’occupazione e a contrastare la tendenza alla delocalizzazione, molto diffusa negli ultimi anni.
Le agevolazioni previste comprendono una riduzione dell’imposta sul reddito delle società, l’esenzione dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i marittimi imbarcati, uno sconto sull’imposta sulle assicurazioni delle navi e una riduzione dell’imposta per la registrazione dei contratti di lavoro marittimo. Potranno beneficiare di questi incentivi le compagnie di navigazione, sia residenti sia non residenti purché con stabile organizzazione in Italia, che utilizzano navi battenti bandiera UE o See impiegate in traffici commerciali internazionali.
Un elemento di novità introdotto dai recenti Decreti attuativi, emanati tra novembre e dicembre 2023, riguarda l’apertura del Registro anche ai noleggiatori. Questi ultimi, non solo i proprietari o gli armatori, potranno presentare direttamente la richiesta di annotazione della nave, purché vi sia un coordinamento con l’armatore e un accordo con le rappresentanze sindacali. La richiesta deve essere presentata al ministero dei Trasporti, che verifica il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa italiana ed europea in termini di sicurezza, composizione dell’equipaggio e idoneità tecnica dell’unità.
La Commissione ha però stabilito alcuni vincoli importanti per evitare distorsioni nel mercato unico. Le agevolazioni dovranno essere concesse senza discriminazioni tra imprese italiane e di altri Paesi membri, e potranno essere riconosciute solo a compagnie la cui flotta, almeno in maggioranza, sia registrata in uno Stato dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo. L’Italia dovrà dunque assicurare che la normativa nazionale sia adeguata a questi criteri, verificando attentamente l’attuazione del regime per garantire il rispetto delle regole europee sugli aiuti di Stato.